Pagina:Rivista di cavalleria (Volume VII, 1901).djvu/173

168 rivista di cavalleria

forza gradatamente crescente e proporzionata al bisogno, ma senza asprezza.

Premesso che l’equilibrio e la fermezza in sella sono requisiti primi ed essenziali, senza dei quali è inutile parlare di altro, vediamo ora succintamente quello che, a mio parere, devesi fare nel salto propriamente detto: accompagnare col peso del corpo e specialmente con le mani ogni movimento che fa il cavallo per non impedirgliene alcuno, e non urtarlo o disgustarlo mentre li compie. Più particolarmente: arrivando in prossimità dell’ostacolo il cavaliere dovrà permettere al cavallo di distendere il collo e la testa avanzando alquanto i pugni, senza però togliere o diminuire l’appoggio e mantenendo sempre la stessa tensione di redini. In seguito, quando il cavallo ritrae la testa e il collo e sposta il proprio centro di gravità indietro caricando le posteriori, il cavaliere ritrarrà alquanto le mani senza aumentare di troppo la tensione delle redini. Non appena il cavallo ha scattato, il cavaliere accompagnerà col busto lo spostamento del centro di gravità in avanti, senza però distaccar troppo il sedere dalla sella, nel medesimo tempo collo avanzare quanto più può i pugni cedendo completamente le redini e lasciandole anche, se è necessario, scorrere fra le dita, permetterà al cavallo di distendere l’incollatura: movimento questo essenzialissimo ed importantissimo perchè il cavallo possa compiere bene e senza dolore il salto. Notisi che questo movimento di ceduta quando il cavallo trovasi per aria è della più grande importanza; il minimo urto in questo tempo da parte del cavaliere, oltre a compromettere l’esito del salto, produce altresì un’azione dolorosa sul cavallo che si propaga dalla bocca alle reni, e che spesso lo costringe a battere col posteriore sopra l’ostacolo.

Montato senza ceduta per aria e senza che si accompagni col busto lo spostamento del centro di gravità in avanti, il cavallo si disgusta e ne derivano quindi innumerevoli inconvenienti. Oltre a ciò esso impara a fare il così detto salto sui quattro piedi od a campanile, che è grandemente dannoso e doloroso per le reni, e che richiede nel cavallo uno sforzo molto maggiore. Lo spostamento del busto in avanti, però, deve essere poco mar-