Questa pagina è stata trascritta ma deve essere formattata o controllata. |
la scuola di cavalleria | 75 |
vallo imbizzarritosi s’impennò e si rovesciò, trascinando sotto il cavaliere che fu ridotto in uno stato raccapricciante.
Al Cimitero di Pinerolo s’erge un monumento innalzato dagli ufficiali di cavalleria alla sua memoria, in cui è scolpita alla perfezione la sua maschia e bella fisonomia. Assieme al Baralis meriterebbero di essere ricordati degnamente il capitano Grassi, il Bonino, ecc., che prestarono l’utile opera loro per tanti e tanti anni se i limiti prefissi da un articolo di Rivista non mi costringessero alla brevità.
Il capitano Tancredi Brascorens di Savoirouz. — «Povero Tancredi!» disse sul suo feretro uno dei suoi più intimi amici «chi avrebbe pensato che tu ci avresti lasciato così presto, che tu avresti finito così miseramente la tua forte esistenza?»
La storia del capitano Savoiroux è troppo recente e troppo nota agli ufficiali di cavalleria, perchè io diffusamente la ripeta.
Egli apparteneva ad una delle più illustri famiglie piemontesi, la natura l’aveva favorito di un personale slanciato ed elegante che, unito ad una passione innata pel cavallo e per lo sport, fece di lui oltre che un ardito cavaliere, spesso temerario, un brillantissimo ufficiale di cavalleria.
Recatosi in Africa per un viaggio di piacere egli fu, come tutti ricordano, catturato unitamenle al colonnello Piano e dovette sopportare una lunga e penosa prigionia, della quale riportava i segni ai polsi coronati da profonde cicatrici. Egli parlava a malincuore di quel periodo così triste della sua vita e non ne veniva in discorso se non spinto dai colleghi. [difetto di scansione]