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il nuovo i tomo del regolamento d’esercizi 509


L’arma migliore del cavaliere è il cavallo. Chi è padrone del cavallo trionfa perchè può mettersi a tempo e prontamente fuori dei colpi dell’avversario, spiare il momento buono in cui l’avversario stesso è impacciato coi cavallo e vibrare il suo colpo.

Ed ora due parole riguardo alla partenza al galoppo dal passo ed all’istruire a trottare di scuola. Io non riesco veramente a comprendere quale utilità si trovi nel far apprendere al soldato «che equilibrando il suo corpo in un certo modo, movendo i pugni ecc. si ottiene che il cavallo galoppi» ciò non solo, a mio avviso, è inutile ma è dannoso perchè insegna al soldato a fare delle azioni contrarie a quelle che servono per far avanzare il cavallo, secondo il principio ormai sancito dal regolamento: aiutare con le gambe, cedere con le mani, assecondare col busto gli spostamenti d’equilibrio del cavallo. E perchè dunque per partire al galoppo dal passo si vuole insegnare a fare il contrario: aiutare con le gambe, senza cedere con le mani, portare il busto indietro e il peso sopra una natica? Quale è l’utilità pratica di un tale precetto? Nessuna, anzi si ingenererà un po’ di confusione nella mente della recluta che non saprà capire come mai gli si insegni a fare la stessa cosa con due metodi opposti. Non solo, ma io sostengo pure che il precetto è dannoso perchè insegna un’azione artificiale e contraria alla meccanica naturale del cavallo.

Riguardo al trotto di scuola sapevo già che il Rosenberg era d’avviso che nella cavallerizza e specialmente nell’addestramento delle giovani rimonte si dovesse usare il trotto di scuola, ma il Rosenberg basava il suo metodo sopra un principio allora prevalente e diametralmente opposto a quello che il nuovo regolamento adotta in equitazione; (principio che, dove si parla dell’addestramento del cavallo giovane, trova nell’attuale regolamento l’applicazione più completa (§ 241).

Io, ripeto, sono anche contrario al far trottare di scuola le reclute. Sono contrario perchè ho provato praticamente che è una fatica inutile per il soldato e che ne danneggia i progressi, perchè lo irrigidisce di soverchio. Ad ogni modo qui siamo in un campo in cui le esperienze pratiche hanno più valore delle parole. Provino i miei egregi contraddittori ad istruire delle reclute senza apprender loro, o meglio, mi correggo, senza farle trottare di scuola, e vedranno in ultimo che s’accosteranno alla mia opinione, perchè in un terzo di tempo otterranno gli stessi risultati.

La medesima cosa dicasi riguardo al far montare prima le reclute sopra un cavallo tenuto alla corda. Il regolamento austriaco lo prescrive, ma non è questa una buona ragione perchè lo dobbiamo fare anche noi. Anche il regolamento francese prescrive il così detto far