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il nuovo i tomo del regolamento d’esercizi 499

d’intelligenza, alle esigenze richieste dallo scopo che vuol raggiungere un dato insegnamento.

Il pretendere quindi che il puledro diventi cavallo senza piegarsi a qualche sforzo, varrebbe quanto il pretendere d’avere buona fanteria col l’assecondare il passo goffo e sconclusionato del coscritto, in genere, e del contadino, o montanaro in ispecie.

Ciò detto, per incidente, chiudo la parentesi.

Io non voglio nè ho il tempo per analizzare e rispondere sopra tutti i punti della critica in parola tanto più dopo la minuta e coscienziosa replica fatta dal colonnello Sartirana.

Dirò solo che lo scritto ha rilevato nel nuovo regolamento lacune e difetti che non avrebbe scoperti se, giudicando obbiettivamente, non avesse dimenticato ciò che non dimenticò la Commissione e, cioè, giova ripeterlo, che il mandato era di compilare un regolamento d’equitazione militare, una guida per l’istruttore, e non un trattato con sviluppo maggiore o minore di questa o quella branca.

Il non aver tenuto presente questo fatto capitale, per chi si accingeva a fare una critica, l’aver voluto correr dietro ad un solo ideale perdendo di vista quello vero al quale si voleva tendere col nuovo regolamento, di servirsi, cioè, di tutte le risorse dell’equitazione moderna ed antica, ridotte al puro necessario, come mezzo per formare buoni combattenti a cavallo, ha fatto sì che non ha potuto resistere alla tentazione di rilevare come lacuna il poco sviluppo dato alle teorie sul salto.

Anche su questo punto ha risposto regiamente il colonnello Sartirana e nulla mi permetterei di aggiungere o togliere a quella risposta se per essere coerente a quanto ebbi a dire nell’opuscolo: Non esageriamo, e nell’altro: Ancora e sempre non esageriamo, non approfittassi dell’occasione per chiedere se era proprio necessario che il nuovo regolamento contenesse più di quanto la Commissione ha creduto utile di introdurvi in merito al salto, in genere, ed al salto di elevazione in ispecie.

Diciamolo subito che la Commissione non poteva essere più logica nel ritenere inutile che in omaggio al salto si facesse uno strappo al principio di bene intesa sobrietà che aleggia in ogni parte ed è la più bella caratteristica del nuovo regolamento.

Il salto, specie quello d’elevazione, è utile, utilissimo, e nessuno mette in dubbio che è pure l’esercizio sovrano per dare maggiore stabilità, ardire e slancio al cavaliere, ma nessuno vorrà