Pagina:Rivista di cavalleria (Volume IX, 1902).djvu/251


rivista di cavalleria 244


4° Più facile e sbrigativo l’imbrigliare, nonchè meno arnesi da pulire.
5° Meno materiale, meno lavoro e col tempo minore spesa per l’erario.

Per conto mio col pelham ho montato ogni razza di cavalli dal maremmano all’irlandese, dall’ungherese all’orientale, dall’orientale al puro sangue; fra questi qualcuno acquistato con certe pipe da Sultano e colla nomea di filante, trovandomi sempre bene colla detta immorsatura.

A chi obbiettasse che il soldato non ha mano buona, rispondo che trovo in quesio asserto una maggior ragione per l’adottazione del pelham giacchè parmi che, se ad un buon cavaliere si può concedere una immorsatura poderosa, è perchè: il tatto, le qualità di mano, agiranno sulle barre con sensibilità e forza proporzionata, adeguata allo scopo ed all’unisono colla maestria nell’arte del cavalcare; mentre tutto questo è assai difficile, discutibile, quasi impossibile per la massa dei soldati, e pensando che la ferma seguiterà a diminuire, il pelham mi sembra una giusta via da seguirsi, specialmente col nuovo sistema.

I pochi cavalli che realmente, per difettosa costruzione, od altro motivo. filano dalle righe si dieno a cavalieri di buona mano, giacchè è questa che col suo tatto domina più di qualche immorsatura.

L’asserire che alle caccie con ostacoli, uso campagna romana, con poderosi irlandesi si veggono potenti immorsature, si deve al fatto che i cavalieri di dette caccie sono nella media di gran lunga superiori ai nostri soldati; comprendo quindi quell’immorsatura, assai più di una terza imboccatura nelle mani di un nostro soldato, imboccatura che per conto mio è già abolita.

Il soldato in manovra coll’arme alla mano generalmente si fissa con azione muta ed immobile sulle barre, ricordandosi solo di dare qualche strapponata per fermare, qualora il cavallo punti soverchiamente sulla mano; nel qual caso lo strappone col pelham avrà conseguenze meno direttamente dolorose sulle reni e sui garetti ed ugual efficacia per l’arresto.

Per le staffe, ora che il nuovo tomo, con vero sentimento cavalleristico ha sanzionato l’introduzione di tutto il piede nella staffa al galoppo, vale a dire nell’andatura da combattimento, nonchè nel salto degli ostacoli, vedo a priori la necessità di cambiare quel vecchio ed incomodo arnese, che è la staffa attuale, tanto logico quanto l’immorsatura, la pistola della truppa e degli ufficiali, i finimenti e le immorsature semi-barbare dei cavalli da tiro.

Capitano Gingia Pietro.