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16 rivista di cavalleria

seguente nella valle del Turano, andando la sera del 5, a notte chiusa, a pernottare in Rocca Sinibalda. La faticosa tappa (45 chilometri) per strade orribili, fu superata dalla sua fanteria con la stupenda resistenza alla marcia per la quale è noto il soldato catalano; ma la cavalleria messa in coda alla colonna, obbligata a condurre i cavalli a mano per quasi tutta la marcia, arrivò agli alloggiamenti mezza morta. Tanto per finirla con costoro dirò, che tratti nuovamente in inganno dalla presenza di alcuni scorridori del Forbes stabiliti a Rieti, e creduti la retroguardia di Garibaldi, si avanzarono il 6 su quella città, ove aperti finalmente gli occhi alla verità, si fermarono definitivamente.

I borbonici, saputo che Garibaldi aveva deviato dalla loro direzione, rinfrancati dalla mossa degli spagnoli che in ogni caso li proteggeva, rimasero tranquilli; solo la brigata Brünner alla notizia dell’arrivo a Rocca Sinibalda del Cordova, si portò da Aquila a Città Ducale. Gli austriaci ancora al buio della marcia di Garibaldi, in questi giorni non fecero alcun spostamento.

Intanto il Generale, nello intento di riunirsi al Forbes, aveva stabilito di lasciare Monterotondo alle 2 ant. del giorno 5. I bagagli avrebbero dovuto precedere la colonna, movendo a mezzanotte con piccola scorta verso Terni; ma per nuovi ritardi sopravvenuti nella confezione del pane, la loro partenza venne rimandata e solo alle 3 ant. s’iniziò la marcia. Sino dall’1 ant., le truppe che erano a Mentana e le pattuglie di cavalleria lontane, secondo il convenuto, si erano ripiegate sul grosso, sicchè tutte le forze si trovarono riunite al momento della mossa.

Precedeva una pattuglia di 20 cavalli che rapidamente si distanziò di 3 a 4 chilometri, seguiva il bagaglio scortato da una compagnia, a mille metri da essa veniva la fanteria con l’artiglieria al centro, chiudeva la marcia una retroguardia di due compagnie. Il reggimento Dragoni rimase fermo sulla via Salara, all’altezza di Monte Rotondo presso la Fonte del Papa, facendo fronte a Roma, sino a giorno chiaro. Alle 4 ant., ritirata la imboscata di Casale Marciliana, la cavalleria marciò sulle orme della colonna, tenendosi a circa quattro chilometri da essa.

Giunto il grosso a Passo Corese, Garibaldi lo ammassò sulle