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159 sul nuovo regolamento d’equitazione

per mano e solo avendo in pugno le armi, sia permesso tenerle in una mano sola. All’istruzione in cavallerizza e senza le armi, le redini saranno fatte tenere in una mano sola quel tanto che basti per insegnare il modo d’impugnarle.

E con questo io avrei finito di parlare della equitazione propriamente detta, però prima di abbandonare tale argomento faccio ardentissimo voto che presto venga abolito, o quasi, il morso per essere surrogato dal filetto, cosa che fu largamente esperimentata con pieno successo da un comandante di squadrone di mia conoscenza, e che in secondo luogo si abolisca completamente tutto quanto è compreso nel paragrafo a del perfezionamento nell’equitazione di scuola, posizione di testa verticale ecc. Questi miei due voti, se ben si osserva, dipendono direttamente e logicamente da un principio sul quale io ho tanto insistito in una mia pubblicazione sulla equitazione di campagna, principio che ho avuto il piacere di vedere adottato e sancito dal nuovo regolamento (paragrafo 241). Mi lusingo quindi di vederne accettate anche le dirette conseguenze.

Il vero perfezionamento in equitazione non può assolutamente consistere nell’applicare principî opposti a quelli che si sono insegnati e sanciti prima. Ciò significa distruggere o confondere, non perfezionare!

Per fare degli abili cavalieri si esiga che essi prendano l’abitudine di applicare con facilità in qualunque circostanza i soli principi fondamentali che hanno appreso. In altre parole; si facciano montare dai cavalieri che si vogliono perfezionare i cavalli più difficili e più di sangue che si hanno nello squadrone. Si insegni ai soldati a servirsi di essi in campagna senza disturbarli e cedendoli sempre in ogni mutamento di equilibrio: allora si otterranno cavalieri abili ed esperti ed i cavalli nel medesimo tempo diventeranno facili e tranquilli. Questo è il vero perfezionamento degli uni e degli altri.

Un altro punto del nuovo regolamento non è molto approfondito (a somiglianza del vecchio); intendo parlare della