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157 sul nuovo regolamento d’equitazione

rata con criterio, è talvolta indispensabile per ottenere più presto un buon assetto a cavallo delle reclute. Naturalmente essa non dovrà mai surrogare l’azione del cavaliere quando questi è in grado dì imparare a fare da sè.

Una importante lacuna poi in fatto di propria e vera equitazione, io ho riscontrata nel regolamento ed è che a mio parere esso non insiste abbastanza per esigere che il soldato faccia sulla bocca del cavallo le minori azioni che può, tenga più che è possibile la mano leggera ed avanzi i pugni ogniqualvolta il cavallo ha bisogno di distendere l’incollatura. Queste sono tutte cose di capitale importanza ed indispensabili perchè il soldato possa andar bene in terreno vario ed avervi sempre il cavallo alla mano.

Come ho già avuto occasione di dire altra volta, il cavallo reagisce e si rivolta alle azioni troppo forti ed insistenti della mano, laddove lasciato tranquillo di bocca, risponderà volentieri e meglio alle chiamate che gli si daranno in caso di bisogno. D’altra parte il cavallo ogni volta che cambia equilibrio accompagna questo cambiamento col ritrarre od allungare maggiormente e marcatamente l’incollatura.

Ora nulla può impedire al cavallo di ritrarre la testa e sta bene, però le mani possono troppo spesso contrastare al cavallo di distenderla ed allungarla: cosa dannosissima sempre e disgustosissima per il cavallo che deve modificare il suo equilibrio.

Questa è la base di tutta la equitazione di campagna, e su questo non si insisterà mai abbastanza: il soldato deve avanzare i pugni ogni qual volta il cavallo ha bisogno di allungare il collo, ciò farà in ogni passaggio facile e difficile, ciò farà quando è in aria durante il salto e ciò farà anche leggermente quando si richiede dal cavallo un aumento di andatura e quindi uno spostamento del centro di gravità in avanti. E specialmente nel salto è necessario ed indispensabile insistere affinchè il soldato avanzi quanto più può i pugni mentre il cavallo è in aria.