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per imitazione ciò che egli eseguisce, cercando di comprendere lo scopo a cui egli mira; virtù che solo si potrà svolgere e coltivare nei modi che dirò in seguito.

La speciale caratteristica suddetta dovrà poi essere maggiormente sviluppata nei nostri cavalleggeri, destinati a costituire essenzialmente la cavalleria divisionale e quindi chiamati a seguire le divisioni di fanteria nelle varie fasi del combattimento, a collegarle fra loro, a coprirne i fianchi, in terreni obbligati, i quali saranno spesso l’antitesi di quelli scoperti pianeggianti ed uniformi che suole preferire la cavalleria; non chè ad eseguire, su di essi, larghi e rapidi aggiramenti.

Anzi, saranno appunto i detti terreni che favoriranno il giuoco della cavalleria divisionale, per agire di sorpresa o per sfuggire alla micidiale potenza delle armi a fuoco moderne, potendo su di essi avanzare al coperto e piombare da vicino, sul fianco o sul tergo del nemico, quando meno egli se lo attenderà.

Inoltre, sarà soltanto con l’iniziativa, lo spirito d’imitazione, la celerità e l’elasticità, cioè colla sua speciale caratteristica, che la nostra cavalleria potrà acquistare sulle altre quella supremazia che varrà a compensarla della sproporzione numerica ed a darle un vantaggio incalcolabile; inquantochè, potrà avvalersi della natura del terreno per paralizzare le mosse dell’avversario e colpirlo dove, come e quando a lei piacerà; cercando, colla sua abilità manovriera, di trarre la cavalleria avversaria a portare la lotta, o ad accettarla, nelle condizioni ad essa sfavorevoli.


II.

Principî e norme di massima.

Riandando colla mente all’esame del passato, sarà facile a tutti il ricordare come, nei regolamenti di una volta, predominasse una grande precisione di dettagli, di movimenti regolari, di combinazioni geometriche, adatte forse alla tattica di altri tempi ed alla superficie piana di un terreno convenzionale di manovra, che appagavano l’occhio, ma che l’esperienza di-