Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/7


sulle evoluzioni della cavalleria 7

miglia, neppure lontanamente, alle steppe della Russia, agli estesi campi di luppolo della Germania, od alle vaste pianure della Francia settentrionale e dell’Austria.

Modellare adunque le nostre evoluzioni su quelle delle altre potenze d’Europa, opino sarebbe dare alla nostra cavalleria un indirizzo non appropriato; giacchè non sarà su terreni che molto si avvicinano a sterminate piazze d’armi che, presso di noi, essa dovrà generalmente svolgere la propria azione, bensì su terreni coperti da svariata coltura, nonchè intersecati da fossi e da ostacoli d’ogni genere.

Dati quindi tali probabili teatri delle nostre future lotte, si comprende com’io sia fermamente convinto, occorra alla nostra cavalleria una speciale caratteristica di manovra, un’impronta cioè sua propria: di celerità e di elasticità (per scomporsi e ricomporsi celeremente), di iniziativa individuale e di spirito d’imitazione, onde ottenere un tutto che, a tempo e luogo, sappia abbandonare la compattezza e conservare l’ordine nell’apparente disordine, per superare con naturalezza e disinvoltura terreni intricati, seguendo il proprio capo senza comandi, senza perdita di tempo e sopratutto senza formare enormi allungamenti di colonne, o peggio ancora, disfacimento della massa nel periodo di avvicinamento e di preparazione per l’attacco.

Nè, a mio credere, sarà a temersi che una tale cavalleria, quando si possa far muovere od impiegare altrimenti, non sappia poi conservare la sua compattezza o non rispondere al concetto dell’azione in massa; giacchè le suddette qualità la metteranno più che mai, com’io ebbi a sperimentarlo in pratica, nelle mani del comandante; sia perchè principio di massima dev’essere di riformarsi celeremente e di mantenere la compattezza sempre quando è possibile; sia perchè sarà abituata a secondare il capo anche quando è costretta ad agire di propria iniziativa o per spirito d’imitazione.

Naturalmente, tutto ciò non potrà ottenersi fuorchè collo sviluppare nei capi in sott’ordine e negli individui, la virtù di seguire costantemente il proprio comandante e di eseguire