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caccia alla volpe nella campagna romana 647

cipe Don Livio Odescalchi, organizzarono, privatamente, le prime cacce alla volpe, e, poco dopo, con personale, cavalli e cani fatti appositamente venire dall’Inghilterra, per iniziativa di Don Livio Odescalchi e sotto la sua presidenza, fu fondata la Società Romana per la caccia alla volpe.

Il canile era allora nel palazzo di Papa Giulio, sulla via Flaminia, ove attualmente è il museo delle antichità extra-urbane; segretario della Società fu D. Flavio Chigi, che, fattosi in seguito prete, fu nunzio a Parigi e morì cardinale.

Nel 1845 la stagione ebbe termine con una giornata di corse, che venne ripetuta, con successo assai maggiore, nel 1846 e nel 1847 a Roma Vecchia, sulla via Appia Nuova.

Queste riunioni furono quelle che dettero origine alle corse con ostacoli in Italia, come gli steeple-chases, corsi da pochi genllemens alla Croix de Berny, presso Parigi, hanno dato origine alle corse con ostacoli in Francia.

La corsa più importante a Roma Vecchia, riuniva, su lungo e difficile percorso, tracciato in aperta campagna, i migliori cavalli che avevano cacciato durante la stagione; alle staccionate e macerie che tagliavano il percorso, indicato solo da banderuole, veniva aggiunta la banchina irlandese, cioè un rialzo di terra a pareti verticali, alto un metro e trenta e largo più di una grossa maceria, preceduto e seguito da un fosso di un metro, abbastanza profondo. Quest’ostacolo, ora abolito nei nostri steeple-chases, veniva superato facilmente, perchè i cavalli vi appoggiano i piedi sopra; il che era permesso dall’andatura che raramente sorpassava la velocità di un buon galoppo da caccia.

La giornata veniva chiusa con una corsa di cavalli di campagna, montati da butteri, con la classica bardatura, ancora in uso nella campagna romana.

Nel 1848 la società si sciolse, e non venne ricostituita che dopo il ritorno di Pio IX da Gaeta; ne fu redatto lo statuto il 5 maggio ’52.

Benchè assai pochi fossero ancora quelli che veramente seguissero i cani superando gli ostacoli, tuttavia il numero dei cavalieri era in quel tempo considerevole; gli appuntamenti erano il ritrovo della società elegante, e la colonia straniera, allora molto numerosa in Roma, interveniva in gran parte alle caccie. Alla mancanza di cavalli inglesi si rimediò con cavalli del paese, che venivano presi dai forestieri in affitto per cacciare. Questi cavalli, tutti di razze romane, galoppavano poco, ma saltavano benissimo, perchè messi in discreta condizione ed