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sul modo di superare gli ostacoli 629


Il cavallo bene addestrato, quando ha ricevuto un ordine dal suo cavaliere, deve eseguirlo senza che il cavaliere debba guidarlo durante l’esecuzione. Così soltanto, si sviluppano le qualità naturali e l’iniziativa nel cavallo.

Non ricordo chi abbia scritto che i sistemi per superare gli ostacoli sono due:

Il primo consiste nel lasciare il cavallo libero nel salto come abbiamo descritto; il secondo nell’aiutare il cavallo colla chiamata di redini e coll’aiuto delle gambe sotto l’ostacolo. Questo è di difficilissima esecuzione e praticabile soltanto con cavalli molto freddi.

L’autore si dichiara partigiano di questo secondo sistema; però se non erro egli non era militare ed i suoi cavalli saltavano in uno dei circhi equestri di Parigi.

Noi non dobbiamo, nè vogliamo dare spettacolo.

Il regolamento austriaco e francese consigliano di saltar larghi e profondi fossi, i veri ostacoli che noi incontriamo in campagna. Essi non possono essere distrutti come succede per gli ostacoli di elevazione, e spesso è difficile o troppo lungo il tentare girarli o colmarli.

Quindi bisogna abituare cavalli e cavalieri a superarli a buona andatura. Se vi possono essere opinioni diverse sul modo di saltare un ostacolo di elevazione, io credo che tutti ci troveremo d’accordo nello stabilire come si debbano saltare gli ostacoli in estensione. Anche per questi la chiamata di redini è dannosa; l’aiuto delle gambe sarà adoperato prima dell’ostacolo e tanto quanto basta per ottenere la cadenza dell’andatura che si crede necessaria; sarà invece adoperato allo spiccar del salto solo quando il cavallo marca indecisione. Più è largo il fosso e più il cavallo deve allungare l’andatura per saltarlo. Ottenuta la velocità necessaria si devono fissare le gambe per non disturbare il cavallo nel salto. Il cavaliere si convinca che in ogni caso la chiamata di redini può solo avere per risultato di far piantare il cavallo. Quando più cavalieri o più reparti sono in colonna, gli ostacoli devono essere superati bensì a galoppo, ma chi è in testa, dopo l’ostacolo, deve rallentare l’andatura in modo che non succedano contrattempi od allungamenti nella colonna. Questi si traducono sempre in allungamenti inutili di andatura che mettono i cavalli fuori di lena.

Il Principe Federico Carlo in una delle prescrizioni date alle truppe dipendenti (anno 1868) diceva: «Ho ordinato di farmi vedere il salto degli ostacoli a galoppo visto che a questa andatura i cavalli pas«sano più facilmente1. Il mio ordine è stato mal compreso.... non

  1. Il Regolamento dice che i cavalli di truppa devono saper saltare anche di passo e di trotto.