Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/634

628 rivista di cavalleria

formate alla parte superiore con piccole pietre, poichè anche quando il cavallo vi urtasse non troverebbe gran resistenza. Queste nell’urto cadono mentre le grosse pietre difficilmente si smuovono, con danno delle ginocchia dei cavalli.

Alcuni cavalli toccano col posteriore la parte superiore delle macerie, altri vi appoggiano sopra tutti e quattro i piedi e quindi saltano a terra. Volendo impedire ciò bisognerà portarli al salto ad andatura più decisa che sulla staccionata, ed aiutarli convenientemente colla frusta.

Nel salto col cavallo montato, anche quando si tratta di cavalli da caccia, il cavaliere non dovrà mai far oltrepassare, allorchè salta per esercizio, ostacoli superiori a m. 1,10 od 1,20. Potrà affrontare ostacoli maggiori quando si trova in un galoppo di caccia, o in campagna, e quindi è col cavallo ben disposto; ed in tal caso può esser anche sicuro di saltarli.

Il cavaliere dovrà però sempre capire se il cavallo è stanco, ed in questo caso, far riprendere fiato al cavallo, prima di portarlo sull’ostacolo; e dopo una lunga galoppata, deve capire se può domandare al cavallo ancora un sforzo.

Perchè il cavallo prenda confidenza nel cavaliere, al salto montato, bisogna che il cavaliere, mentre aumenta, come è detto sopra, l’altezza dell’ostacolo gradatamente, si conservi sempre calmo, e non lo obblighi a precipitare, giacchè con ciò, non farebbe altro che disturbarlo nel suo tempo, rendendo pericoloso l’esercizio.

Il cavaliere, avvicinandosi all’ostacolo, deve mantenere l’appoggio sulla bocca del cavallo, come lo aveva precedentemente nel galoppo, ed aumentarlo ancora di poco se il cavallo precipitasse oltremodo sotto l’ostacolo, ma dovrà pure costantemente cedere le redini appena il cavallo si dispone a spiccare il salto, in modo da lasciargli distendere testa e collo, e riprenderlo nell’appoggio di prima appena il cavallo arriva a terra, e si dispone nuovamente a galoppare.

Il cavaliere deve quindi guidare soltanto il cavallo all’ostacolo, senza chiamata di redini prima del salto e senza attaccarsi alla bocca, nè durante nè dopo il salto. Soltanto, terminato il salto, quando cioè il cavallo ha ripreso il suo equilibrio, il cavaliere può raccorciare le redini, qualora il cavallo volesse prendere un’andatura troppo precipitata.

Per esercitare uomini e cavalli al salto è utilissimo disporli in circolo sopra di un piccolissimo ostacolo e farlo passare molte volte al trotto, perchè i primi imparino il meccanismo del momento, e perchè i secondi prendano confidenza e sappiano che quando saltano non sono disturbati.