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istruzione delle reclute a cavallo 547

apprezzare gli impedimenti che il terreno oppone ai nostri movimenti. Qui l’istruttore formerà gli esploratori del terreno; cioè i nostri cavalieri scelti; essi debbono saper riferire se il terreno permette o no di passare o di caricare. Ecco il vero studio del terreno che deve fare il soldato di cavalleria. Gli effetti disastrosi di una carica di cavalleria sono sempre stati causati dagli ostacoli insuperabili del terreno e non dal fuoco dell’avversario.

Le fotografie istantanee che ora noi vediamo di salti o di passaggi difficili ci sono d’insegnamento più di quanto si sia finora scritto in proposito.

Il conte d’Aure, nel suo Corso d’equitazione consacra due pagine al salto degli ostacoli, mentre ne dedica sedici al capitolo «Corse». Questo termina così: «Le corse a siepi e gli steeple-chases sono adunque gli esercizi che bisogna impiantare alla Scuola di Cavalleria». Questo scriveva nell’anno 1853.

Trent’anni dopo il cav. Cesare Paderni pubblicava un opuscolo di 181 pagine col titolo: Regole di equitazione sul modo di saltare e superare ostacoli nel quale è accennato (pag. 93) all’uso che si può fare dello scudiscio «dandolo leggermente sul naso dalla parte verso cui il cavallo si getta.»

Questo suggerimento fu poi applicato da un suo allievo, con esito sicuro sempre, come castigo pel cavallo che scarta o rifiuta l’ostacolo.

Gli ufficiali che hanno fatto il corso di Tor di Quinto leggano quanti scritti possono trovare sulla equitazione di maneggio; gli altri provino a montare in campagna; tutti converranno che difficoltà in questo genere di equitazione, che è il nostro, non ve ne sono. I veri appassionati per l’equitazione di campagna non amano scrivere, ed è un male, mentre hanno scritto tanto i professori dell’equitazione di maneggio. Il Capo scuola La Guerinière, ammetteva però che il cavallo debba essere esercitato in maneggio al galoppo esterno «poichè in caccia il cavaliere non può sapere se volterà dalla parte verso cui il cavallo galoppa.» Questa regola, tanto pratica, fu poi malamente applicata col galoppo a rovescio.

Erroneamente si crede che: se un cavallo casca, a galoppo, in un angolo del maneggio, la disgrazia provenga da che il cavallo galoppava falso.

«Gli esercizi a galoppo si fanno allungando gradatamente il trotto, lasciando partire il cavallo sul piede che vuole, nel girare gli angoli con galoppo sul piede estemo lasciare libertà al cavallo perchè possa cambiare, ma non mai costringerlo.» (Lavoro sulle grandi linee — Regolamento per la Cavalleria francese).

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