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il passato, il presente e l’avvenire, ecc. | 515 |
sebbene gli studi positivi della paleontologia facciano aumentare il numero degli evoluzionisti.
Ciò che è essenziale è il fatto osservabile, che il germe è sempre capace di attirare a sè il materiale necessario allo sviluppo dell’essere novello, secondo un tipo costante.
Quindi si può chiamare razza una collettività di uno o più caratteri ereditari, distinta col nome del luogo dove avvenne la variazione che acquistò la fissità.
Così si hanno le razze primitive o primarie e le razze dì transazione o secondarie, ossia razze prime e seconde.
Quando si dice che un cavallo è della tal razza, s’intende che è riconoscìbile da caratteri puri e determinati; e quando si dice che un produttore razza bene, s’intende dire che genera figli che possiedono i veri caratteri della sua razza.
Razze Italiane primitive. — Le razze cavalline primitive, da cui derivarono le razze italiane, sono essenzialmente quattro, e cioè:
La razza Asiatica, l’Africana, la Belga e la Germanica.
I caratteri essenziali delle razze, si ricavano dalle misure del cranio e della spina vertebrale, per mezzo di strumenti speciali, che fanno parte della craniologia o cranioscopia.
Le forme della cavità craniana sono riferibili a due tipi naturali, detti da Retzius: brachicefalo e dolicocefalo.
Il tipo brachicefalo è quello a cranio corto, in cui il diametro trasversale, misurato fra la base delle due orecchie e proprio fra i due meati uditivi, è maggiore del diametro longitudinale, misurato fra la base dell’orecchio e l’angolo esterno dell’occhio corrispondente.
Il tipo dolicocefalo è quello a cranio allungato, in cui il diametro longitudinale prevale sul trasversale.
Il tipo mesaticefalo è un tipo intermedio dovuto all’incrocio dei due tipi naturali, in cui l’indice cefalico è 100, essendo i due diametri uguali fra di loro.
Nell’osservare le ossa della faccia si deve considerare che non esistono neppure due varietà dello stesso tipo cefalico, che