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Mi piacque immensamente l’idea di mettere in ogni camerata dei soldati i ritratti dei Sovrani e pensai: Perchè anche nelle camerate dei soldati (di tutte le armi e corpi) non poniamo anche noi le immagini dei nostri Sovrani? Il soldato, fissando lo sguardo in esse penserà al suo Re ed alla sua Regina che rappresentano la patria sua, che amorevolmente vigilano su di lui e che tutelano i diritti della sua famiglia. Questo fatto andrebbe a vantaggio dell’alto sentimento che deve animare il soldato: l’amore al Re ed alla patria. Gli farebbe comprendere la grandezza di questo ideale patriottico, e nel suo cuore un affetto forse fino allora non ben compreso si rinvigorirebbe mirando spesso quelle due immagini della Maestà Patria!

In questo breve cenno sui cosacchi, spicca sopratutto che essi dal primo all’ultimo sanno che sono lì pronti per la guerra, e che sono fedeli ed amano il loro Czar. Emerge che sono forti, abili ed agilissimi cavalieri, che adorano i loro cavalli, che sono disciplinati e temono Dio.

Essi hanno alto il morale: memori delle loro gloriose tradizioni, e coscienti dell’elevato prestigio che godono.

In Germania si suole dire: Non temere debbono i tedeschi che Dio; ed un po’... anche i cosacchi!

Gaspare Agilulfo Pasini

Tenente nei Lanceri di Milano.


Parma, gennaio 1898.