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i cosacchi 427

cromo-litografie con le figure rappresentanti le varie uniformi dell’esercito russo.

Le scuderie si trovano, per la maggior parte dei cavalli, entro modesti capannoni di legno, con due file di poste rivolte verso l’interno, a somiglianza di quelli che da noi soglionsi costruire per ricoverare i cavalli solo nella stagione estiva, nel breve periodo cioè delle esercitazioni di tiro. I cavalli dormono sulla nuda terra. Solo nella parte anteriore alcuni steli di paglia rammentano che noi ne mettiamo molta ed in permanenza sotto il cavallo.

Gli ufficiali cosacchi dicono che i cavalli militari devono essere trattati da militari! Gli stessi splendidi cavalli degli ufficiali non hanno un trattamento migliore, nè per essi si dimentica la loro vera destinazione.

Gli ufficiali subalterni dei cosacchi non sono obbligati a possedere più di un cavallo. Il cavallo, od i cavalli, di servizio di proprietà degli ufficiali non stanno in un reparto speciale ed uniti. Ognuno di questi cavalli è vicino ai cavalli di truppa, in mezzo a quelli del reparto comandato dal suo proprietario, cioè fra i compagni delle sue fatiche, e solo due pezzi di tronco d’albero, alla meglio sostenuti, costituiscono un riparo destinato a salvarli dai calci.

I cavalli sono piuttosto piccoli, bene inquartati, con coda e criniera lunghe, e la maggior parte presentano notevoli analogie coi nostri maremmani, ai quali somigliano anche per la maniera colla quale vengono allevati; chè le Maremme, sebbene appartenenti al così detto giardino d’Europa, non hanno — inverno a parte — gran cosa da invidiare alle steppe della Russia.

In Russia si ama di mantenere ai cavalli militari — e mi pare facciano assai bene a far contrariamente di quanto si fa in altri paesi — tutti i caratteri esterni ed intrinseci di rustichezza e di forza, che sono e saranno sempre, i primi requisiti del vero cavallo da guerra. Non confondiamo ì cavalli per gli sporti-ippici, con quelli per la guerra. Io non credo, nè posso convincermi che un puro sangue, con tutti i suoi alti requisiti di velocità e d’estetica, sia un cavallo da guerra; per le semplici ragioni che è troppo delicato, troppo nervoso e che abbisogna di cure infinite.