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I Cosacchi




Come al di là delle Alpi l’Esercito italiano viene personificato nel bersagliere, così può dirsi che non si pensa all’Esercito russo senza associarvi subito l’idea dei cosacchi; di quella cavalleria resa specialmente celebre per i continui e fortunati attacchi alle truppe napoleoniche durante la leggendaria ritirata, bravura che valse loro il titolo di prima cavalleria del mondo per parte dello stesso glorioso duce dell’esercito sgominato.

Immensi furono i servigi resi dai cosacchi alla Russia, fin da quando, oltre un secolo addietro, si trovavano sparsi lungo la gran catena del Caucaso, presso la quale formavano, con i centri abitati detti appunto Borgate dei cosacchi della linea, una difesa del confine a mezzogiorno. Chi ha visitato i loro posti di osservazione, dall’alto dei quali il cosacco con occhio linceo vegliava alla incolumità dello spazio immenso di terra che lo circondava, mentre il suo migliore amico, il cavallo, lasciato libero tranquillamente pascolava, non ha avuto che parole di ammirazione, per quelle forti fibre di uomini, soldati ed agricoltori ad un tempo, che coltivavano essi medesimi i campi destinati a nutrirli.

Attualmente sul piede di pace la cavalleria cosacca conta 53 reggimenti e 20 sotnie (squadroni) indipendenti. In totale 317 sotnie; un effettivo di 2039 ufficiali, 45.736 uomini e 46.252 cavalli.

Sul piede di guerra: 148 reggimenti, 910 sotnie di cui una parte autonome. In totale 4544 ufficiali, 125.905 uomini, 134.173 cavalli!1

Uno dei più brillanti reggimenti di cosacchi è quello di guarnigione a Varsavia, che ha il compito speciale di servire da scorta d’onore al Governatore generale della Polonia.

  1. V. Rivista di cavalleria, fasc. I, pag. 91 e Fasc. II pag. 319.