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istruzione delle reclute a cavallo 417

che come uno studio il quale può e deve trovare nella cavalleria la sua applicazione soltanto eccezionalmente.

Così cercare di evitare le scosse del trotto negli esercizi militari sarebbe una assurdità, perchè giammai nelle manovre si marcerà ad una andatura così allungata1.... Il trotto all’inglese potrà impiegarsi da cavalieri isolati nel servizio di corrispondenza.»

Il De Cristoforis nel suo libro: «Che cosa sia la guerra» scriveva: «Perchè dunque non si introduce il trotto all’inglese a cui il cavaliere resiste più a lungo che nel trotto comune e che perciò permetterebbe nelle marcie di abbandonare il perpetuo passo e di trottare!»

Il De Cristoforis non era cavaliere, ma era attento osservatore, che vedeva tutte le questioni militari dal lato pratico. Non legato da abitudini o da pregiudizi a nessuna scuola, ragionava in fatto di equitazione pratica assai meglio del più ardito cavaliere dei suoi tempi.

Dice il regolamento che il trotto all’inglese non si usa negli sfilamenti, noi speriamo di vedere un bel giorno scomparire lo sfilare di trotto, perchè non è bello, è anticavalleristico, ed è causa di osservazioni sempre non esatte.

Se si dovesse continuare a sfilare di trotto si adotti almeno il trotto di manovra anche per gli sfilamenti.

(Continua)

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  1. Come vede il lettore, le idee si sono molto modificate dal 1853 in poi; ma occorsero molti anni prima che fosse accettato dalle cavallerie europee il trotto all’inglese che ora troviamo tanto comodo e naturale.
    Lo impieghiamo in manovra sempre, quantunque il conte d’Aure, che non era un retrogrado, credesse ciò impossibile. La nostra cavalleria fino al 1872 manovrava al trotto di scuola. Per far strada la cadenza del nostro trotto di manovra è tenuta anche da chi monta distinti cavalli da caccia, ed in campagna romana si sente spesso ripetere: quel trottarello che fa tanto bene al cavallo. Darebbe segno di non essere cavaliere di campagna chi tenesse un trotto più allungato.