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passaggi dei corsi d’acqua a nuoto, ecc. | 385 |
tatori, poichè giunti a quel punto, non rimaneva altro mezzo per tenere il contatto coll’avversario che quello della traversata a nuoto.
Dalle 5 del mattino i cavalleggeri di Roma manovrano allegramente, arditamente, e giungono verso le undici a Coarezza, luogo solito di passaggio. Vi è un momento di sosta prima che il riparto faccia la traversata. La corrente appariva evidentemente più rapida dei giorni precedenti, causa un temporale avvenuto nella notte; ma ciò che impressionò a bella prima fu il filone che aveva deviato sensibilmente verso la sponda destra del fiume, attrattovi senza dubbio dalla rottura di due campate del ponte militare, fatta appunto, come sopra dissi, sulla sponda destra. Ciò nullameno il reparto, a gruppi come di solito, si buttò a fiume e imprese la traversata.
Ma fin da principio si capirono le aumentate difficoltà; la corrente non trasportava più all’altra sponda i cavalli, ma questi, guidati, dovevano lottare e vincerla e ciò allungando anche il percorso di 150 metri, e così 450 metri di nuoto faticoso, impiegando un tempo tre volte maggiore del solito.
Mentre nei giorni precedenti nessun cavallo erasi mai rifiutato di nuotare in tale località, in quel momento sei vi si rifiutarono recisamente; altri sette non potendo vincere la corrente sono riportati alla sponda destra; ma 22, l’ufficiale in testa, malgrado tutte le difficoltà approdano all’altra sponda e rimontano in sella. Ahimè! Un soldato, rimasto in coda al drappello per esitazione del cavallo a nuotare, colpito nella lotta da una zampata, lasciò il cavallo, nè potendo nuotare, forse perchè svenuto, fu travolto dalle onde impetuose, nè fu possibile salvarlo, poichè tutte le barche di soccorso erano già a valle col grosso dei nuotatori.
Fu questo luttuoso avvenimento che, malgrado i risultati ottimi, insperati, ottenuti in tali passaggi, mi sconsigliò allora di pubblicare questi appunti.
Ma, come i nuotatori ebbero allora lode e premi per l’abililà, per l’arditezza ed il coraggio dimostrati, io qui voglio segnarli ad uno speciale elogio, poichè io credo non si eseguiranno passaggi di fiume a nuoto in condizioni più difficili di allora.
Voglio concludere brevemente: tali esercizi sono possibili non per la totalità del reggimento, ma soltanto per un reparto scelto; i risultati saranno sempre buoni se, come fu allora, la preparazione sarà ottima.
Torino, febbraio 1898.
Giovanni Villani. Capitano A. M. Cavalleggeri di Roma. |