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passaggi dei corsi d’acqua a nuoto, ecc. 383

della corrente di metri 1.30. Nei primi giorni il reparto nuotatori, chiamiamolo così, era forte di ben 75 uomini; ma fin dalle prime lezioni s’impose la selezione e rimasero poi 45 soltanto; tutti nuotatori provetti, diretti dall’egregio tenente Figarolo di Groppello Vittorio, instancabile ed ardito nuotatore, che portò il riparto fino al passaggio del Ticino in condizioni difficilissime, come vedremo in appresso. I cavalli, salvo pochissime eccezioni, in pochi giorni si avvezzarono tutti benissimo al nuoto.

Le prime lezioni si seguirono attenendosi scrupolosamente alle prescrizioni date in proposito dal nostro regolamento. E così furono abituati separatamente al nuoto, prima i cavalieri, quindi i cavalli, poi accoppiati: gli uomini man mano, dalle semplici mutandine da bagno, si vestirono colla tenuta di tela, poi con quella di panno, ed infine in completa tenuta di marcia; i cavalli prima dissellati, poi con la sella ed infine coll’intiero carico; il che si raggiunse dopo sole 11 lezioni continuate, con pochi giorni di riposo interpolati.

La traversata da tutto il reparto di N. 40 in media, si eseguiva in gruppi a intervalli di qualche minuto impiegando in tutto 30 minuti circa.

Al dodicesimo giorno il riparto nuotatori in tenuta di panno eseguì la traversata del fiume alla presenza del generale Longhi, allora ispettore della cavalleria, che in quell’occasione ebbe parole di lode e di incoraggiamento per la riuscita brillante, tenuto conto del breve tempo dacchè si eseguivano gli esercizi.

E dirò subito che mentre i nuotatori facevano tutti la traversata vestiti di panno con piccolo sforzo, per contro, anche a quelli abilissimi, riusciva difficilissimo, quasi impossibile, il nuotare, anche per pochi metri, coi gambali e cogli stivali; sicchè è consigliabile, massime nelle difficili e lunghe traversate, di fare attaccare i gambali e gli stivalini all’arco anteriore della sella, poichè, se, per un accidente qualsiasi, il cavaliere dovesse lasciare il cavallo, troverebbesi impossibilitato da solo a trarsi a riva a nuoto.

Il lavoro riesciva faticoso, massime alle prime volte; sicchè un po’ per sostenere le forze degli individui, un po’ anche per invogliarli, ciascun nuotatore aveva, appena terminata l’istruzione, un bicchierino di buona acquavite; ed ogni mattina, oltre alla razione ordinaria di carne, un supplemento di carne cucinata a fricô, e non pareva certo di troppo! Ai due primi che traversarono in tenuta di marcia col cavallo furoro date in premio, seduta stante, L. 5 per ciascuno.

Dove però il reparto nuotatori emerse e per abilità e per resistenza, fu durante le manovre di campagna, eseguite, nell’anno stesso nei dintorni di Borgo Ticino.

Un chilometro circa a monte del ponte in ferro di Sesto Calende,