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32 rivista di cavalleria


Siamo ad Amba Alagi nel dicembre dello stesso anno 1895.

Tutti conosciamo ormai il concentramento degli Scioani, che ai primi di questo mese, raccolti a Borumieda, in parecchie diecine di migliaia giungono inaspettati al confine del Tigrè.

L’avanguardia, forte dì più di 20.000 uomini agli ordini di Ras Makonnen, il giorno 6 è in vista dell’Amba Alagi. Ma il maggiore Toselli fino al mattino del 7 non ha un'idea precisa dell'uragano, che sta per scatenarsi; alle 6 1|2 vede bensì davanti a sè scorazzare dei cavalieri nemici nel piano di Atzalà, che esplorano le nostre forze; ma non dispone di un sol cavaliere per ributtarli, e riconoscere dietro di loro.

Troppo tardi scorge le ingenti forze che si avanzano; ormai gli è impossibile di ritirarsi, di avvertirne in tempo il generale Arimondi, col quale non è collegato in nessun modo per la trasmissione degli ordini e degli avvisi, e per ricevere dei soccorsi che lo proteggano almeno nella ritirata, e rendano meno grave l’imminente disastro che lo minaccia.

Soltanto alle 9,45 è informato del movimento girante di Ras Alula e di Mangascià sulla sua ala destra pel colle di Togorà!

Ormai tutto è perduto, il combattimento con sovrumani sforzi si protrae oltre mezzogiorno, ma alfine s’inizia la ritirata che precipita subito in un vero disastro.

L’ora suprema del sacrifizio è suonata, e Toselli cade da eroe «quando nessuna forza al mondo» fu scritto «avrebbe potuto porvi riparo.»

La cavalleria galla, che dopo l’esplorazione saggiamente aveva ripiegato, e si era ecclissata durante tutto il combattimento, appena iniziata la ritirata dei nostri viene lanciata all'inseguimento, e, molestando, giunge fino a 100 passi dalla fronte del generale Arimondi — accorso ad Aderà, perchè avvertito da alcuni fuggiaschi — schioppettando ed uccidendo, dicesi, perfino il cavallo del generale.

E qui aveva termine la mia conferenza relativamente allo esame dei combattimenti, quando cioè, come dissi, le forze italiane si concentravano ad Adigrat, e Makallè, presidiato dalle nostre truppe, veniva accerchiato.