Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/307


Iniziativa ed autonomia degli squadroni?




L’autore dell’articolo sulla iniziativa e sulla autonomia degli squadroni si attende, quale sufficiente compenso alla tesi che ha egregiamente svolto, la generale approvazione dei comandanti di squadrone, ma ahimè, noi crediamo che egli si sia troppo facilmente illuso.

Non tutti i capitani comandanti di squadrone possono fare eco alle sue aspirazioni, perchè disgraziatamente non tutti si trovano all’altezza delle sue vedute, e nessuno, si capisce, vuole dare contro sè stesso.

Non si può così vivamente reclamare una salutare innovazione senza avere il personale capace di immedesimarsela e di praticarla; — senza il terreno capace di accoglierlo e di fecondarlo, il miglior germe è sterile.

L’autore, reclamando quanto ha reclamato, se non voleva trovarsi a disagio di fronte alla indifferenza di molti colleghi e soprattutto di fronte alla opposizione che gli accentratori faranno alle sue idee, doveva incominciare col battere in breccia tutto l’elemento incapace di avere iniziativa ed autonomia, tutto l’elemento che alla prova dei fatti potrebbe smentire le sue asserzioni, e non subito e direttamente attaccare quelli che questa iniziativa e questa autonomia non vogliono concedere.

A noi pare che l’autore anzichè trovare il vero punto debole da toccare in chi alle sue idee si oppone, abbia proprio battuto sul duro, si sia cioè portato troppo in alto senza guardare le fondamenta, poichè mentre una parte dei suoi colleghi non può assecondarlo, tutti o quasi tutti i comandanti di corpo possono oggi dimostrare con prove alla mano come non sia loro possibile lasciare completa l’iniziativa e l’autonomia a tutti i loro comandanti di squadrone.

E vi par poco lasciare un’arma così potente in mano a chi alla sola stregua dei fatti può dimostrarvi il contrario di quanto voi proclamate?

E mentre da una parte stanno schierati gli inetti e gli accentratori, dall’altra non molti sono capaci di sostenere la lotta colla prova di sè stessi.

Noi conveniamo con l’autore che iniziativa ed autonomia ci vogliono, che i tempi questo reclamano, che le unità squadroni per essere vere unità di guerra debbono educarsi ed istruirsi come egli giusta-