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alimentazione del cavallo di truppa 287

che assai di rado l’inconveniente che lamentasi; il quale, in tali condizioni, avrebbe dovuto sicuramente prodursi.

È certo che, se si fossero date loro quantità eguali di avena, questa non sarebbe stata meno inoffensiva»1.

E mi pare che basti per ciò che concerne la podoflemmatite.

Molti argomenti potrei addurre in contradittorio alla credenza che ritiene l’orzo causa d’indigestioni; ma, dopo quello che in proposito affermano l’Hendrickx ed il Vallon, stimo superfluo spendere altre parole.

Infine, non bisogna esagerare la durezza che questo grano oppone alla masticazione; però che l’inconveniente si verifica solo nei primi giorni in cui i quadrupedi sono assoggettati al nuovo regime, al quale presto si abituano.

Quando si pensa che, in alcune provincie dell’Italia meridionale e in altri paesi, molti cavalli mangiano senza grande difiicoltà la faba equina, il cui legume ha una consistenza durissima, si può essere ben sicuri che l’orzo non resiste all’azione dei loro molari.

La medesima accusa, d’altronde, venne fatta all’avena, onde ne fu consigliato da qualche igienista lo schiacciamento.

Un siffatto mezzo suggeriscono anche riguardo all’orzo; ma nessuno asserisce, nè sussiste il fatto, che in Asia, in Africa, in Spagna, in Sardegna, in Sicilia ed in tutte le contrade dove questo cereale si somministra largamente ai cavalli, tale operazione si pratichi, perchè creduta necessaria.

(Continua)

Dott. G. Cosco
Capitano veterinario nei Cavalleggeri di Catania.


  1. Op. cit., Vol. II, pag. 141-42.