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alimentazione del cavallo di truppa | 279 |
della coltura, del grado di maturità del vegetale al tempo della raccolta, ecc.
Ma è da avvertire che, per non incorrere in esagerazioni, non ho citato analisi che, come quella del Lermer, assegnano all’orzo una forte dose di sostanze azotate; che i dati surriferiti sono tolti da opere d’incontrastato valore scientifico e che, infine, la generalità degli scrittori di chimica agraria, di bromatologia e d’igiene, sono concordi nell’ammettere la superiorità dell’orzo, in materie albuminoidi, rispetto all’avena.
«A chiunque consideri come i tessuti azotati dell’organismo animale non possono attingere i materiali occorrenti allo sviluppo ed al nutrimento loro se non dai corpi proteici, appare evidente l’alta importanza di questi principii nutritivi quali parti costitutive degli alimenti.
E siccome può ritenersi che la produzione di una determinata quantità di sostanze proteiche costi cinque volte di più della produzione di un’identica quantità di sostanze non azotate, è giusto sia assegnato alle prime un valore economico e quindi un prezzo cinque volte maggiore delle seconde»1.
Quanto alle materie solubili nell’etere, o grassi, contenute nei due cereali, è uopo riconoscere la loro prevalenza del doppio, quasi, nell’avena di quanto ne contenga l’orzo.
Essendo oramai accertato ch’esse esercitano una benefica influenza sull’alimentazione, non pure pel peculiare valore che hanno di alimenti ternari, ma anche perchè favoriscono la digeribilità degli albuminoidi e degli stessi estrattivi non azotati, fa mestieri accordare una certa importanza alla loro presenza in un dato genere alimentare.
Nondimeno, tale importanza viene scemata dal fatto che i grassi debbono entrare soltanto in certi limiti nell’alimento giornaliero; però che, secondo l’Hofmeister, la loro influenza può diventare nociva, oppure venir meno, quando la proporzione di essi oltrepassa il terzo di quella delle sostanze albuminoidi o n’è inferiore del quarto.
- ↑ Settegast, L’alimentazione del bestiame, trad. di A. Vezzani — Pratonieri, Firenze, 1885, pag. 7.