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sulle evoluzioni della cavalleria 247


Con ciò pongo fine a queste modeste idee, a questi concetti inspiratimi dal desiderio intenso d’infondere in tutti la profonda convinzione che io nutro sulla urgente necessità di dare alle nostre evoluzioni, alla nostra tattica, la speciale caratteristica imposta dalle nuove armi da fuoco e dai nostri terreni rotti, frastagliati e coperti; creando cioè tattica ed evoluzioni di riparti snodati, leggeri, elastici in cui regni sovrano in ogni singolo individuo lo spirito d’iniziativa e d’imitazione.

Io potrò errare, e desidererei esserne persuaso, ma è per questa stessa ragione che io ritengo troppo rigido il nostro dispositivo delle schiere, nonchè troppo pesante il nostro reggimento; ed a questa convinzione mi trassero: sia le manovre reali o sulla carta a cui presi parte; sia lo studio dei terreni delle nostre passate battaglie e di quelli su cui sarà probabilmente chiamata ad agire la nostra cavalleria nelle future lotte.

Dappertutto trovai terreni sui quali ben difficilmente una enorme massa di cavalleria, qual’è la nostra divisione, avrebbe potuto agire sotto l’impulso diretto ed immediato del comandante in capo, eseguire cioè: ammassamenti, avanzate, spiegamenti ed attacchi, nelle forme che noi eseguiamo sulle eccezionali brughiere di Somma e pianure di Pordenone; tantochè ritengo che, se queste sono utili per alcuni rami d’istruzione per dare aria, come suol dirsi, alla cavalleria, per evitare danni alle proprietà, parmi invece siano d’altra parte nocive in quanto fanno smarrire il concetto reale dei nostri terreni e delle nostre evoluzioni.

La Francia e le altre potenze, partendo dal principio di tracciare anzitutto le regole della tattica della divisione, unità di combattimento per la loro cavalleria e pei loro terreni, hanno poscia cercato le evoluzioni che meglio rispondevano a questa tattica. Altrettanto dobbiamo fare noi, ma non perdendo però di vista che diversi sono in generale i nostri terreni di manovra e che è sopratutto sulla natura di essi, come accennai nel primo paragrafo, che noi dobbiamo basare: il nostro armamento, i nostri dispositivi, le nostre evoluzioni e la nostra tattica.

F. D’Ottone.