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di esecuzione a cui potrà solo aspirare una cavalleria veramente manovriera.

In tutti i modi l’ordine profondo vuolsi evitare, perchè la caratteristica del fuoco moderno, tanto della fucileria, quanto dell’artiglieria è appunto la profondità della rosa delle pallottole1: epperciò, se la cavalleria non vuole correre al suo sfacelo, deve assumere per l’attacco, contro le dette armi, alle distanze di tiro efficace, forme leggere di linee a scaglioni, con concomitanza e successione di attacchi, tali cioè da non dare tempo alla fanteria od all’artiglieria, come suol dirsi, di riprendere fiato.

L’ordine fondamentale d’attacco, dev’essere adunque sempre la linea spiegata e scaglionata, preceduta da stormi, quando si tratti di colpire fanteria od artiglieria, i quali, oltre a richiamare su di loro il fuoco dell’avversario, costituiranno i veri esploratori del terreno e completeranno la rapida ricognizione fatta, in precedenza, se fu possibile, da ufficiali o dal comandante stesso. Saranno questi stormi che potranno, e con esattezza, indicare la natura degli ostacoli che si parano dinanzi e che segneranno, in certo qual modo, la strada da seguire, ma non gli attuali esploratori non guidati da alcuno, e non spinti innanzi da nessuno e da nessun esempio.

La formazione in linea di colonne, adunque non può essere un ordine fondamentale nè contro la fanteria, nè contro l’artiglieria; epperciò è necessario che la cavalleria, quando è giunta nella zona di efficacia del tiro, abbandoni l’ordine concentrato e profondo e passi senz’altro dalla massa alla linea spiegata.

La linea di colonne, non può essere neppure un ordine fondamentale contro cavalleria, perchè desso è un parziale spiegamento con fronte presso a poco eguale a quella della linea spiegata, motivo per cui il comandante si mette, con esso, nella condizione di non potere, che con difficoltà, modificare la sua

  1. Si aggiunga che lo shrapnell perde ogni sua efficacia, tanto se scoppia all’indietro della fronte, quanto ad una distanza superiore ai 50 metri innanzi ad essa.