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228 rivista di cavalleria

tarsi ad indicare con segnali1, con comandi, o con ordini dati al riparto di base, la formazione che vuol ottenere, e gli altri, in seguito al segnale, al comando, o per imitazione, dovranno portarsi al loro posto il più celeremente possibile. La direzione poi e l’andatura, a movimento compiuto, dovrà essere quella assunta dal comandante in capo.

«Così si potranno abolire molti dettagli inutili, circa l’andatura da prendersi per l’esecuzione del movimento, il modo di eseguirlo, la direzione, ecc.... lasciando all’iniziativa ed al criterio dei singoli comandanti in sott’ordine, di regolarsi al riguardo; come ad es: di portarsi a formare lo spiegamento diagonale (senza comando) se per far fronte al nemico il riparto di base prende una direzione obliqua rispetto alla direzione di marcia sino allora seguita.

«In una parola, bisogna partire dal principio che in guerra vera, l’orgasmo, il terreno, e tanti altri fattori, non permetteranno quasi mai di poter manovrare a comandi sul campo di battaglia, come si usa oggidì sulle piazze d’armi; epperciò se vorremo possedere davvero una cavalleria manovriera e non rigida, dovremo cercare di farla muovere e di dirigerla colla semplice indicazione dello scopo da raggiungere.»

Ma, si dirà, il regolamento nostro ammette già che si possa far uso delle indicazioni di sciabola per le formazioni, giacchè la dizione del N. 16 toglie ogni dubbio al riguardo.

Mi si permetta per altro di far distinguere che le indicazioni accennate dal succitato numero non si riferiscono che: all’obliquare, al cambiar direzione o fronte, convergere, diminuire le andature, fermare ed adunare, le quali non hanno nulla a che vedere con le formazioni, implicanti il passaggio

  1. Attualmente chiamansi segnali le indicazioni date a mezzo di suonerie, mentre il segnale porta con sè l’idea del segno di convenzione, del gesto che rappresenta ciò che vuolsi indicare. E pertanto, si dovrebbero più propriamente chiamare: comandi le indicazioni date colla voce; suonerie quelle impartite colla tromba; e finalmente segnali quelle tracciate colla sciabola, come appunto farò nel presente scritto, a scanso d’ogni equivoco.