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22 | rivista di cavalleria |
allo squadrone, i riparti fossero esercitati a spiegarsi al galoppo allungato; mentre per gli spiegamenti della colonna di via in colonna di plotoni o per l’ammassamento dovesse usarsi l’aumento di un grado di andatura col contemporaneo rallentamento della testa.
Difatti, i veri spiegamenti non si eseguiscono che allorquando si voglia attaccare; ed una volta deciso l’attacco, è duopo partire a fondo colla massima celerità, onde colpire possibilmente l’avversario in piena crisi di spiegamento, oppure nella direzione più favorevole, senza dargli tempo di parare il colpo. Dunque, lo spiegamento al trotto è un errore, inquantochè, o lo spiegamento è prematuro, oppure si corre il rischio d’esser colpiti dall’avversario come sopra è detto.
Pertanto, il galoppo è la sola andatura che si deve normalmente usare negli spiegamenti dinanzi al nemico, e non deve esservi bisogno alcuno di comandarla per farla prendere. Quando invece, per istruzione o per eccezione, vorremo servirci del trotto, allora sarà il caso d’indicarla; ma, per quanto è possibile, torno a ripeterlo, si risparmino i comandi, se vogliamo evitare confusioni, incertezze o ritardi; e sopratutto facciamo che ciascuno sappia come deve regolarsi in ogni circostanza, senza dover ricevere sempre l’imbeccata del comando.
Soltanto in questo modo si potrà ottenere di avere una cavalleria manovriera per eccellenza, inquantochè saprà imporre la propria volontà all’avversario, conservandosi sino all’ultimo momento nelle mani del proprio comandante.
Certamente tutto ciò non si può ottenere di un subito, necessitando anzitutto che i riparti siano affiatati all’uso del galoppo allungato.
Lo stesso principio dovrebbe pure presiedere ai ripiegamenti; i quali essendo imposti generalmente dal terreno, dovrebbero anch’essi durare il meno possibile, inquantochè essi rappresentano un periodo di crisi. Perciò, di massima, i ripiegamenti (come gli spiegamenti) dovrebbero sempre eseguirsi con aumento di andatura, senza comandi di sorta, salvo ad ordi-