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186 rivista di cavalleria

aumentando l’andatura così anche in cavallerizza l’obliquo dovrà eseguirsi soventi aumentando l’andatura.

Gli altri movimenti si faranno di rado, e meno che sia possibile le volte per uno, perchè movimento contrario assolutamente allo spirito dell’arma.

Questo movimento veniva una volta insegnato al soldato, perchè trovava applicazione nella corsa alle teste e nel caracollo, e perchè si caricava il pistolone, facendo una volta; ma ora, che questo modo di combattere è abbandonato, il movimento non ha più ragione d’esistere.

Quando i riparti facevano delle manovre un pò teatrali, come: squadrone in circolo, plotone in circolo, per quattro dietro front era naturale che si dovessero preparare cavalli e cavalieri a questi esercizi; ma ora, scomparsi dai nostri regolamenti tutti quei movimenti, anche la volta per uno ha perduta la sua importanza e la sua pratica applicazione.

Resta però accennata e descritta nel nostro regolamento fra i movimenti del maneggio «che non è il nostro terreno di manovra» epperò si dovrebbe fare eseguire il meno che sia possibile.

Al caracollo di una volta, il regolamento ha sostituita la mischia, studiandosi così di far scomparire l’antico nome che ricordava un’equitazione contraria allo spirito di sorpresa, dato dalla velocità, che deve essere la caratteristica della cavalleria moderna.

Con cavalieri abituati a questi movimenti di maneggio, non potranno gli squadroni portarsi «rapidamente e risolutamente all’attacco.»

Che poi questi movimenti simultanei non debbano mai farsi a galoppo, lo prova il regolamento stesso, nel quale si legge, che «gli obliqui si faranno di passo e di trotto» (pag. 125, tomo I), mentrechè, avendo essi la loro applicazione in manovra, dovrebbero farsi a galoppo, giacchè a questa andatura si eseguono ordinariamente gli spiegamenti degli squadroni.

Per gli altri movimenti, sul regolamento noi non troviamo prescrizione di andatura; il che potrebbe anche indurci a credere, che il regolamento non gli voglia fatti, neppure a trotto. Difatti, se l’obliquo, che faremo abitualmente a galoppo e simultaneamente in manovra, si deve fare solo a trotto in maneggio, non v’ha ragione di fare a questa andatura e tanto meno a galoppo, gli altri movimenti, che in manovra non dovremo fare e che nella mischia faremo solo individualmente.

La mania di questi movimenti simultanei continua pur troppo nei nostri reggimenti, dove si fa con ogni cura l’istruzione dei graduati (capo III, pag. 234), «perfezionamento in cavallerizza» ma si trascura completamente il perfezionamento all’aperto (pag. 246), che dovrebbe essere l’esercizio unico e solo dei nostri graduati.