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l’iniziativa e l’autonomia degli squadroni 147

gli stessi avversarii di codesta coreografia militare, all’atto pratico soggiacerebbero alla sua funesta influenza.

Per togliere dunque il male bisognerebbe, a parer nostro, cambiare radicalmente il sistema delle ispezioni. Esse non dovrebbero essere mai preannunciate, e solo in rarissimi casi turbare l’andamento ordinario delle operazioni quotidiane. Che avviene invece presentemente? Nell’interno dei reggimenti, quasi che non bastassero i già numerosi esperimenti prescritti, non passa una quindicina, senza che i colonnelli o gli ufficiali superiori abbiano ad ispezionare or questo, or quello; ed ecco l’orario degli squadroni variamente turbato. Ora trattasi di una rivista a piedi, ora dei cavalli, ora dei locali, ora del corredo; altra volta son le reclute od i cavalli giovani, o altre istruzioni; e sempre col passare in riga e coi mille preparativi per ricevere una visita preannunziata. I relatori dal loro canto per assicurarsi della buona manutenzione delle scope, dei lumi, del carreggio fanno ordinare riviste, in ore determinate, e là tutto in fila, eserciti di scope, e di tridenti, e di pale, carrette, ceste, lanterne; e furieri, sergenti di settimana, guardie di scuderia, magazzinieri e non raramente anche ufficiali distratti dalle loro incombenze, e tempo preziosissimo irreparabilmente perduto, a scapito sempre della sola cosa necessaria, dell’unico scopo, sì spesso perduto di vista, ch’è l’utile preparazione alla guerra.

Che dire delle ispezioni dei generali! Si comincia ad esserne avvertiti mesi, od almeno settimane, prima. Tutto il periodo che le precede è assorbito dal pensiero, dall’incubo dell’ispettore: tutto tende a quello, tutto passa in seconda linea. Imbianchini, pittori, incatramatori, armajoli, maniscalchi, falegnami, scritturali, tutti si fanno in quattro per coprire le abituali magagne; l’avarissimo Magazzino spalanca i suoi battenti e diventa prodigo per la circostanza; i piccoli furti di oggetti d’equipaggiamento e di corredo si moltiplicano perchè tutto corrisponda al caricamento; i capi operai raddoppiano di attività o si scuotono dall’inerzia; tutto è febbre, un armeggio, un moto perpetuo che vi ricorda qualche episodio della biblica torre di Babele. E l’istruzione? — Ormai chi sa, sa. E non se ne parla oltre.