Pagina:Rivista di cavalleria (Volume I, 1898).djvu/142

142 rivista di cavalleria


O che non sono tutti cavalli dello Stato per avere un trattamento sì disparato?

In guerra tutto si fonde nello squadrone, che quasi sempre opera isolato: se l’istruzione vi sarà stata trascurata e i cavalli saranno in cattive condizioni, i risultati saranno infelici, malgrado gli sforzi del capitano e l’abilità speciale dei pochi cavalieri, che altri, contro loro voglia, si saranno preso l’incarico di istruire».

Quindi il generale Majnoni con opportunissima ed inoppugnabile dimostrazione, che, per brevità, ometto rimandando il lettore all’autorevole fonte, arriva alla pratica proposta che il terzo capoverso del detto N. 25 sia così modificato:

«Tutte le istruzioni della truppa sono fatte per squadrone, ad eccezione di quelle accessorie e speciali degli zappatori, dei conducenti e dei portaferiti».

e che il N. 29 sia compilato nei termini precisi usati per lo stesso numero nel regolamento per la fanteria.

E finalmente conclude con queste parole, che per l’autorità dell’Ispettore dell’arma e per le grandi verità contenutevi ed ormai più che sanzionate dai fatti, dovrebbero una buona volta indurre l’autorità competente ad annuire alle proposte su dette:

«Il movente della nostra proposta è quello di assicurare la autonomia degli squadroni, che, a parer nostro, fu ammessa come principio, ma negata coi fatti.

Noi crediamo di aver provato che nel regolamento di cui parliamo sono rimaste alcune disposizioni che possono avere funeste conseguenze sul valore dei nostri squadroni, specie con la riduzione della ferma in vista.

Rammentiamoci che, come lo dice il nome stesso, il capitano dev’essere un capo indipendente; che egli arriva a tale grado con una certa maturità di spirito e di carattere; che vi si trova in tutta la forza dell’età, nel pieno sviluppo del suo valore fisico e intellettuale; che vi passa i più belli anni della sua carriera militare. Creamogli dunque una posizione che lo soddisfi, accordiamogli la necessaria libertà d’azione e i mezzi corrispondenti alla grave responsabilità che gli si accolla».