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sulle evoluzioni della cavalleria 135

impediscono ogni avvicinamento di sorpresa) debbono venire assunte per imitazione di quanto fanno il comandante ed i riparti viciniori ed in base ai principî precedentemente stabiliti.

Pertanto, è per spirito d’imitazione che i vari riparti e gli individui di una colonna in marcia debbono regolarsi per: partire, fermarsi, cambiare andatura, sdoppiare e raddoppiare, estrarre o rimettere la sciabola, rendere onori, ecc., a seconda di quanto vedono fare successivamente da quelli di testa; ed anzichè produrre continuamente scosse per serrare e riprendere le distanze perdute, ciascuno deve conservare la cadenza riguadagnando poscia la distanza prescritta coll’attendere a diminuire l’andatura od a partire quando lo fa il riparto che precede.

Insomma si deve avere una colonna elastica e non un riparto rigido che si muove, poco praticamente, tutto d’un pezzo con suonerie; cosa del resto che non si potrà mai ottenere: sia perchè le suonerie non si trasmettono a guisa di scosse elettriche, ma successivamente; sia perchè è nell’istinto dell’uomo e del cavallo di non partire o di non fermarsi se non lo fa l’individuo od il quadrupede che lo precede.

Cosi pure è per spirito d’imitazione che i riparti e gli individui delle ali o retrostanti debbono regolarsi per obliquare, convergere, incolonnarsi, spiegarsi, ed in tesi generale per far fronte al nemico.

Nelle marce poi d’avvicinamento, spetta ad ogni singolo comandante di provvedere alla sicurezza dei fianchi durante le soste; ed a quello di coda di premunirsi contro ogni attacco da tergo.

Disposizioni analoghe debbono prendere i riparti d’ala durante il periodo d’ammassamento e d’aspettativa, coll’inviare pattuglie di combattimento; e tutti indistintamente i comandanti debbono assicurarsi il facile sbocco, facendo per tempo abbattere ostacoli, aprire passaggi, esplorare il terreno, ecc.

Durante l’azione, spetta ai comandanti d’ala di parare agli attacchi avvolgenti, di costituire la scorta dell’artiglieria collocata da quella parte e di correre in suo aiuto se minacciata da altra cavalleria.