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sulle evoluzioni della cavalleria | 123 |
distanza forte e si trovi nell’impossibilità di cambiare rapidamente di fronte, per piombargli addosso obliquamente su di un’ala, con rapido cambiamento di direzione della massa, contemporaneo allo spiegamento.
Concludendo, canone fondamentale dei cambiamenti di fronte (come in generale di tutte le evoluzioni) dev’essere che: gli squadroni si rechino al loro posto per la via più breve, col minor numero di movimenti possibili ed all’andatura che maggiormente facilita e senza brusche scosse, la nuova formazione; andatura però che, normalmente, a partire dal centro verso l’ala esterna, sarà, pei cambiamenti di fronte, il galoppo, senza che vi sia bisogno di specificarla col comando.
VIII.
Delle andature.
Dopo quanto venne detto, relativamente: agli spiegamenti, ai ripiegamenti, ai cambiamenti di fronte, di direzione, ecc., sarà facile il persuadersi che: l’andatura non è che un mezzo, del quale ciascuno deve sapersi servire a seconda delle circostanze. Intendo, non già a capriccio, sibbene seguendo principi e norme nettamente tracciate, e ciò sempre in omaggio all’ordine ed alla disciplina, che debbono essere base d’ogni manovra; con questa differenza però che, attualmente, il regolamento fissa tassativamente che l’andatura dev’essere comandata, e la prescrive per ogni formazione, mentre io opino invece essere inutile, o meglio non necessario ed anzi da evitare d’indicare col comando, caso per caso, l’andatura da usarsi.
L’andatura dev’essere fissata come principio e norma di massima pel caso più generale e per quello che corrisponde all’eventualità di avere il nemico di fronte e che facilita le evoluzioni. Essa deve quindi risultare in modo naturale ed essere assunta senza bisogno di comandi; salvo invece a specificarla quando il movimento, per istruzione ed in tesi generale, per eccezione, si voglia eseguire altrimenti; come appunto venne fatto rilevare nei paragrafi precedenti.