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nella nebbia | 113 |
Sono i nuovi approcci dei Turchi, non visti prima. «Avanti! avanti!» Chi s’incontra cada sotto i colpi di punta e di taglio dei pesanti palosci 1. Corazzieri e dragoni, a frotte, a stormi, a passo a passo, saltano i piccoli fossi, scansano i maggiori, li aggirano. I comandi, l’istinto, la china della pendice li portano sempre più a destra, dalla parte della Sava, perchè si va a tastoni e da quella banda si può più facilmente scansare o superare tutti quegli ostacoli. Ma i minuti passano, passano i quarti d’ora: è dato l’allarme tra i Turchi; non si vede, ma si ode un gran formicolio di gente nella penombra scura, poi se ne vede qualcosa, e intanto le fucilate spesseggiano dinanzi e da manca.... da manca il fuoco cresce, si fa vivissimo; si capisce che anche l’ala destra della fanteria della prima schiera del Corpo di battaglia dev’essersi avanzata a prender parte al combattimento.... ma dov’è?... che cosa fa?.... si avanza?.... sta ferma?.... cede?.... Ogni reggimento, ogni squadrone, ogni stormo, e quasi ogni uomo combatte per conto suo. E cadono cavalli e uomini a diecine2.
Ecco dinnanzi e da ritta altre grida, una moltitudine invisibile di diavoli scatenati; sono cavalieri, spai, Tartari: Eccoli. Dragoni e corazzieri fanno argine a quella piena, la trattengono, la respingono, la calpestano. E giù e giù sempre a destra, verso la Sava. Vi sono tra i caduti il tenente-maresciallo (tenente generale) conte von Hauben e un figlio del Feld-Maresciallo Pàlffy, tenente-colonnello di un reggimento di corazzieri. Il padre è là nella mischia, e anch’egli sarà presto ferito.
Ma giunge da ritta un poderoso soccorso agl’Imperiali; altri corazzieri e dragoni. È il conte di Mercy colla seconda schiera dell’ala destra, che uscito dal trinceramento, ha piegato a destra per iscansare il terreno su cui combatte, e potrebbe essere costretta a indietreggiare, la prima schiera, che egli ode ma non vede; per non correre pericolo di essere travolto da quella in una sua ceduta, per venire sul fianco, se possibile, al nemico. Lo ha tanto raccomandato a tutti il Principe Eugenio, ammaestrato dall’esperienza! Per venire in aiuto ad altri, non mettersi