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sulle evoluzioni della cavalleria 11

capo potrebbe, sul terreno della piazza d’armi, a guisa di ginnastica funzionale, dare al proprio riparto, a mezzo di movimenti elementari ed alle andature comandate, tutte le forme che vuole, senza per altro innalzare queste all’onore di veri ordini, nè quelle andature a velocità consentite nelle manovre di fronte al nemico.

Comprendo per altro che si debba andare cauti ad attuare un tale regolamento, per le difficoltà che si potrebbero incontrare, nella mancata preparazione di coloro che sono abituati ad applicare ancora alla lettera i regolamenti di concetto; non già per difetto d’intelligenza, bensì per apatia, per sottrarsi al lavorìo faticoso del pensiero, nonchè alla responsabilità che incombe in coloro che sono costretti a metterli in azione in base allo spirito che li informa.

Ma, a tale riguardo io non posso che riportare le parole del Generale Morand, citate nel rapporto del comitato francese, incaricato (nel 1882) di rivedere il regolamento per la cavalleria; parole accettate, come un vero programma, da tutti i membri e poste perciò a guisa di epigrafe in testa al nuovo regolamento. Eccole:

«Il faut réduire l’ordonnance à quelques pages, rejeter tout ce qui est inutile, et, au lieu de fausser l’esprit des officiers et de charger leur mémoire par une mauvaise étude, faire en sorte qu’ils n’appliquent leur attention que sur ce qu’il faut faire sur le champ de bataille.

«Une réforme semblable trouvera une grande contradition, je le sais; il y a tant d’officiers qui n’ont d’autre merite que celui de savoir l’ordonnance et qui se verraient avec chagrin contraints d’oublier ou de négliger la science qu’ils ont acquise avec peine.

«C’est de l’étude de la guerre, c’est de la reconnaissance du terrain, que l’officier s’occupera quand on l’aura délivré de manoeuvres oiseuses, théatrales, etc......; surtout il ne s’imaginera pas savoir quelque chose parceque sa mémoire sera chargée de formules de commandements et qu’il saura reconnaître l’inexactitude d’un guide ou réprimender l’inattention d’un chef de peloton».