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le basi della cristallografia 51

Importante è qui di nuovo il concetto di quel campo che non contiene nel suo interno nulla di omogeneo, ma bensì un esemplare di ogni elemento eterogeneo. Un tale spazio può esser riguardato come l’estensione di ogni particella cristallina ed è lasciato completamente alla fantasia di immaginare che esso sia materiale o che sia parzialmente riempito di etere o che infine avvengano in esso movimenti della materia che lo riempie parzialmente. La decisione fra queste diverse possibilità non spetta veramente alla cristallografia propriamente detta; al cristallografo basta di esprimere i risultati relativi nel principio condizionale seguente: Se si può ammettere che il punto fondamentale dato sia materiale, anche tutti gli altri punti ottenuti mediante l’impiego delle operazioni di simmetria caratteristiche per quella data sostanza sono pure da ritenersi come materiali. Sulla vera natura delle particelle cristalline il cristallografo non può dire nulla, ciò che il lettore avrà già compreso dall’enunciato del principio dell’alterazione permessa.

Un fatto degno di nota è inoltre il seguente: abbiamo appreso che in un poliedro possono intervenire solo una parte delle faccie; vedremo ora che un fatto analogo esiste per le strutture cristalline. Come si può immaginare un poliedro quale il risultato dell’applicazione delle operazioni di simmetria ad una faccia fondamentale, così si possono ottenere le strutture partendo da un punto fondamentale; e come allora eliminando una certa parte delle faccie si passava dai casi fondamentali ai sottocasi, così eliminando un certo numero dalla totalità dei punti, si giunge anche qui dai casi fondamentali ai sottocasi. È interessante l’indicare quei sistemi dai quali si possono dedurre tutti gli altri applicando questo principio dell’intervento di una sola parte dei punti. Questa determinazione può esser compiuta in modi assai diversi, p. es. possono essere riguardati come casi principali i seguenti: la costruzione secondo cubi per gli edifici cristallini del sistema regolare; secondo prismi quadratici retti per quelli del sistema tetragonale; secondo prismi regolari triangolari per il sistema esagonale; secondo prismi retti a sezione rombica per il sistema trimetrico; secondo prismi retti aventi per base un parallelogramma per il sistema monoclino; secondo prismi inclinati aventi a base un parallelogramma qualsiasi per il sistema triclino.