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44 | rivista di scienza |
stallografia geometrica di scindere i diversi cristalli nelle singole forme semplici che la compongono.
Questa distinzione può talvolta venir complicata dalla circostanza che più forme non oloedriche (cosidette forme emiedriche o tetartoedriche) si combinano in modo da imitare una forma oloedrica semplice; così p. es. i cristalli più comuni di quarzo i quali sono limitati in apparenza da comuni bipiramidi, in realtà da combinazioni complicate di forme a minor numero di faccie.
2. La legge delle zone.
L’esperienza ha messo in rilievo il fatto singolare che nei cristalli non s’incontri mai la simmetria del pentagono regolare, mentre si potrebbe pensare che appunto questo poligono, in causa della sua relazione colla cosidetta sezione aurea, occupasse una posizione privilegiata. Si potrebbe pure supporre che nei poliedri cristallini si ritrovasse la simmetria dell’eptagono o dell’ottagono regolare; pure ciò non accade. La natura si limita ai casi più semplici e non supera la simmetria dell’esagono regolare.
Era naturale che si pensasse a trovare la causa di questo fatto appresoci dall’esperienza nelle proprietà generali della materia cristallizzata o delle forze cristallogenetiche; così nella chimica la semplice constatazione del fatto che i composti si formano dagli elementi in proporzioni ponderali fisse, aveva in sè qualcosa di non soddisfacente; solo allorchè mediante l’introduzione del concetto di atomo fu indicata la causa prima di questa semplicità di rapporto, lo spirito umano avido di comprendere si sentì più soddisfatto. Nella cristallografia si può ricorrere per spiegare la semplicità che si manifesta nella costituzione dei cristalli a due diverse specie di ipotesi: o ad ipotesi atomistiche, o ad ipotesi riferentisi alle forze cristallogenetiche. Si aprono così innanzi a noi due vie: le speculazioni atomistiche saranno preferite da quegli scienziati che non vogliono ammettere un «ignorabimus»; altri spiriti più prudenti saranno spaventati dalla complicazione connessa inevitabilmente alle rappresentazioni atomistiche, ed evitando di far uso di queste ultime dove non