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(fascicolo 1) è un interessante contributo per la conoscenza della questione oggi tanto discussa della relazione intercedente tra il colore dei composti chimici e la loro costituzione; Pohl «Sulla emissione luminosa di gas nelle sostanze radioattive» (fasc. 1); Trautz «Resoconto sulla luminescenza nei processi chimici» (fascic. 2); Koenigsberger «Stato attuale delle ricerche sulla conducibilità elettrica nei corpi solidi e loro relazione colla teoria degli elettroni» (fascic. 2); H. W. Schmidt «Resoconto sui primi termini della serie dei prodotti di scissione del radio (radio, emanazione, radio A, B e C)» (fasc. 2).


Il Weltall ha incominciato l’VIII anno di vita con uno studio storico assai interessante di K. Manitius sulla «Teoria della luna di Ipparco, secondo Ptolomeo (fasc. 1, 2, 3)» (p. 1-9, 26-30 e 45-55). A. Stentzel narra delle osservazioni di rare macchie spirali e rotanti nel sole (fasc. 2). K. von Lepakowski parla dei ghiacciai e delle catene montuose del Kaukaso (fasc. 2-3).


Naturwissenschaftliche Wochenschrift (N. F. vol. III, fasc. 38 e vol. VI, fasc. 43). — Giorgio Heuser «Prodotti naturali ed artificiali». Con una interessante esposizione l’autore avanza le idee già esposte 25 anni prima da Kapp nella sua «Filosofia della tecnica» e più tardi completate da molti autori. Egli dimostra e spiega con disegni ben riusciti la completa analogia che passa tra la struttura naturale intima delle piante, degli animali ed i loro calchi da una parte, tra le costruzioni escogitate dallo spirito umano e quelle in uso nella pratica dall’altra. Le foglie degli alberi, i nidi degli uccelli, le celle delle api, come pure, per quanto il Relatore ricorda dalle belle lezioni di Hans Virchow all’università di Berlino, la struttura delle ossa sono così fatte che corrispondono pienamente al modo di concepire umano. Perciò Kapp conclude dalle sue ricerche che gli utensili e gli apparecchi ideati dall’uomo sono la proiezione istintiva dei suoi organi: nell’istesso modo come anche spesso la concezione istintiva degli organi portò nella pratica ad una concezione delle costruzioni che si osservano in natura. Rimane dubbio poi se si tratti, nel caso di invenzioni pratiche, di riproduzioni inconsapevoli (vale a dire volute dalla sostanza vivente, come sono le azioni istintive) che sfuggono alla nostra percezione, o piuttosto se il numero delle costruzioni possibili sia così esiguo, che quelle prodotte dalla vita naturale debbano coincidere colle forme prodotte dalla intelligenza umana; perchè per problemi che si ripetono di sovente non esiste che una o un numero molto limitato di soluzioni. Al Relatore pare ad ogni modo che la seconda interpretazione sia la più vera perchè essa si conciglia in modo più semplice e più