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410 | rivista di scienza |
Le collisioni catastrofiche di questi microcosmi elettrici e il loro atteggiarsi a nuove forme di equilibrio (o di moto stazionario) provocano i fenomeni chimici, rimanendo così aperto l’adito anche alle ipotetiche trasformazioni iperchimiche.
Se le collisioni, anche senza essere catastrofiche, sono accompagnate da vibrazioni impulsive o mettono in libertà degli elettroni, si hanno fenomeni di radioattività.
Le forze molecolari (sensibili soltanto a distanza piccolissima) trovano poi ovvia spiegazione nelle attrazioni e repulsioni elettromagnetiche. Queste risultano infatti trascurabili quando le molecole sono distanti (rispetto alle proprie dimensioni), perchè la carica totale di ogni molecola è nulla; possono invece esplicarsi in modo vario ed intenso (come si riscontra per le azioni molecolari) quando le molecole sono abbastanza vicine.
Tutto ciò, e altro ancora che potrebb’essere aggiunto, è senza dubbio brillante e suggestivo. Ma, se si cerca di precisare, sorgono numerose difficoltà.
Ravvicinamenti felici e punti deboli sono chiaramente riassunti, e discussi con larghe vedute nel libro già citato di Oliviero Lodge1. Non possiamo neppur sfiorare una tale critica, che mette in campo così larga varietà di fenomeni fisico-chimici.
Limitiamoci ad approfondire l’aspetto meccanico della questione.
Nei primi entusiasmi per la così detta spiegazione elettromagnetica dell’universo, si potè accontentarsi di una conclusione semplicista. Ecco qual era.
Una carica e, uniformemente distribuita entro una sfera di raggio R possiede, come abbiamo visto, una massa elettromagnetica, che, per velocità piccole rispetto alla velocità c della luce, si comporta in tutti i fenomeni meccanici come un’ordinaria massa materiale.
Essa ha per espressione
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Per forme e distribuzioni generiche (supposte condizioni tali che sia possibile un moto puramente transitorio, e velocità abbastanza piccole rispetto a quella della luce), si avrà ancora una massa elettromagnetica, che si comporta come una massa ordinaria. Designando con R il raggio della sfera di volume eguale a quello occupato dalla carica, si troveranno espressioni del tipo
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- ↑ Electrons, cap. XV e seguenti.