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analisi critiche e rassegne 409

Non è dunque il caso di appellarsi all’esperienza per scegliere fra esse, ma sembra invece giunto il momento di abbandonare gli artifici di prima approssimazione, cercando di riprendere la teoria esatta, per attingervi approssimazioni ulteriori.

Un primo esempio di soluzione rigorosa è stato dato recentemente1. Esso lascia sperare che se ne troveranno anche altre rispecchianti le caratteristiche salienti del moto di un elettrone isolato, almeno quando questo è così piccolo che, tranne nei riguardi dell’autocampo, è assimilabile ad un punto.

La questione, così semplificata, dovrebbe essere accessibile, per via asintotica: considerando cioè una carica, la quale tenda a concentrarsi in un punto geometrico (mobile) e determinando l’espressione asintotica dell’autocampo.

Tale concetto non è nuovo, trovandosi già nell’opera di Larmor2 (associato ad una rappresentazione meccanica dell’etere e all’ipotesi che tutto sia governato dal principio della minima azione).

Però il Larmor non ha spinto la sua indagine fino alle ultime conseguenze matematiche, limitandosi ad un grado di approssimazione, che non supera quello comune alle varie ipotesi cinematiche.

È al di là di questo grado di approssimazione che importa ormai far giungere le ricerche teoriche.


Modello elettromagnetico della materia.

Mi sia consentito anche un accenno alle nuovissime speculazioni di J. J. Thomson3 sulla costituzione degli atomi ponderabili. Secondo questo autore, un modello adeguato della molecola si ha immaginando una specie di nebulosa (molto rarefatta) di elettricità positiva, in cui si trovino immersi uno o più elettroni negativi (di carica complessiva eguale ed opposta a quella della nebula).

Un tale modello si giustifica come segue:

Dal numero degli elettroni negativi e dalla loro configurazione statica (o più generalmente dal carattere del loro moto stazionario) dipendono le diverse specie di materia ponderabile.

Le piccole vibrazioni attorno alle posizioni di equilibrio (o agli stati di moto stazionario), colle loro frequenze caratteristiche, fanno riscontro al comportamento delle linee spettrali.


  1. Cfr. la nota Sur le mouvement de l’électricité sans liaisons, ni forces extérieures, «Comptes Rendus», 19 Agosto 1907.
  2. Loco citato. Cfr. in particolare la pag. 265.
  3. Cfr. la già citata Elettricità e materia, cap. V, e due memorie del «Phil. Mag.», (6), 7, Marzo 1904; (6), 11, Giugno 1906. — È poi annunciata come imminente la pubblicazione di un apposito volume: Corpuscolar Theory of Matter, London, Constable, 1907.