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392 rivista di scienza

In una trattazione rigorosa, bisogna dunque tenere esatto conto di Φ. In prima approssimazione si può tuttavia ragionare come segue: Dacchè Φ è nulla, quando l’elettricità sta ferma, si conserverà, per ragioni di continuità, poco diversa da zero, finchè la velocità sia abbastanza piccola, e allora risulterà trascurabile di fronte ad F.

Se poi si tratta del movimento di una carica nel vuoto o in un gas molto rarefatto, si potrà ritenere ogni ψ, e quindi Ψ, eguale a zero. Infatti peso e pressione risultano in tal caso trascurabili, e non c’è alcuna ragione perchè si debba preoccuparsi d altre forze. Del resto, anche senza escludere a priori eventuali azioni ulteriori, basta che esse verifichino il principio di reazione, perchè riesca Ψ = 0.

Rimane pertanto

(3) m • a = F,
dove F va esplicitato a norma della legge di Lorentz.

Ricordiamo che l’ostacolo essenziale a trattare una carica come puntiforme proveniva dall’autocampo. Essendone scomparsa ogni traccia, nella (3), nulla più vieta di assimilarvi la particella ad un unico punto elettrizzato.

Ciò ha perfetto riscontro in quanto si fa correntemente pei corpi celesti, salvo che allora si ritiene valido in ogni caso il principio di reazione, e quindi non è ipotesi approssimata, ma conseguenza del postulato, il porre eguale a zero il termine corrispondente a Φ (risultante delle attrazioni newtoniane di origine interna).

Nel caso, particolarmente interessante per le applicazioni, di un campo elettromagnetico (esterno) costante, la (3) si integra in modo affatto elementare.


Ricerche sui raggi catodici.1

Un’applicazione importante di questo modo di vedere è stata fatta ai raggi catodici, in quanto si risguardino costituiti da sciami di particelle elettrizzate, proiettate dal catodo di un tubo di Crookes; e si ammetta la validità della (3) per ogni singola particella.

Ponendo a raffronto le conseguenze della (3) colle circostanze di fatto, si rende subito conto del normale andamento rettilineo dei raggi catodici; supponendo poi — ciò che fu sperimentalmente

  1. J. J. Thomson, On cathode rays, «Phil. Mag.», (5), 44, Ottobre 1897; inoltre Kaufmann, Lenard, Wiechert, Simon. Cfr. gli «Annalen der Physik», vol. 61 a 69, 1897-1899, oppure la collezione «Ions, électrons, corpuscules», Paris, Gauthier-Villars, 1905.