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le origini del celibato religioso | 359 |
ciente dell’idea dell’impurità dell’atto sessuale. Il carattere di contaminatore gli è piuttosto ascritto, ad ogni buon scarico, senza dubbio a cagione della misteriosa propensione a commetterlo e del velo di mistero che circonda l’intera natura sessuale dell’uomo.
L’idea della contaminazione sessuale è particolarmente radicata in rapporto ai doveri religiosi. Si trova come regola comune che chi celebra un atto sacro, o entra in luogo santo, debba essere puro per la cerimonia, e nessuna specie di impurità si deve evitare più accuratamente della polluzione sessuale. Fra i Chippewyans, «se un Capo vuol conoscere le disposizioni del suo popolo verso di lui, fa annunciare la sua intenzione di aprire la sua «valigia delle medicine» e di fumare nella sua sacra pipa di canna.... Nessuno può esimersi dall’intervenire, in simili occasioni; ma una persona, pur intervenendo, può essere esentata dal prestar assistenza alla cerimonia con la scusa di non aver sottostato alla necessaria purificazione: ora il fatto di aver avuto rapporti, con la propria moglie, o con qualsiasi altra donna, nelle ventiquattro ore precedenti la cerimonia, lo rende impuro e conseguentemente egli viene dispensato dal rappresentarvi una parte qualsiasi». Erodoto ci racconta che gli Egizi, come i Greci, «ritennero inderogabile principio religioso il non avere alcuna famigliarità con donne nei luoghi sacri e il non entrarvi, dopo aver avuto tali rapporti, senza preventivamente aver fatto delle abluzioni purificatrici»; e questa asserzione ci è confermata da un passo del Libro dei Morti. In Grecia ed in India chi voleva prender parte a certe feste religiose doveva per qualche tempo preventivamente mantenersi puro ed ogni atto di culto era preceduto da abluzioni. Prima di entrare nel santuario di Men Tyrannos, il cui culto era professato in tutta quanta l’Asia Minore, i fedeli dovevano astenersi dal mangiare aglio e carne di porco e dall’avere rapporti con donne, ed era obbligo fare abluzioni al capo. Le leggi di purificazione costituiscono l’argomento della maggior parte del Vendidad, e riguardano non soltanto gli atti di culto, ma la vita di ogni giorno. Fra gli Ebrei era un dovere che non ammetteva eccezione l’essere mondi prima di entrare in un tempio, — mondi da impurità sessuale e da lebbra, dall’aver toccato cadaveri, o carogne d’animali non permessi come cibo, o di quelli permessi ma che fossero morti di morte naturale