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le origini del celibato religioso 357


oppose una sì ostinata resistenza, ch’essa non vi potè essere applicata se non nel tredicesimo secolo.

Varie sono le fonti della pratica del celibato religioso, alle quali noi possiamo risalire. In parecchi casi la sacerdotessa è considerata come sposa del Dio che essa serve, ed è per questo che le è vietato di maritarsi. Nell’antico Perù il Sole era ritenuto marito delle fanciulle che si dedicavano al suo culto: ed esse dovevano essere dello stesso sangue dei loro consorte, vale a dire, figlie degli Incas. «Poichè quantunque fosse credenza che il Sole avesse figli, si pensava che non dovessero essere bastardi, di sangue misto divino ed umano. Così le vergini dovevano essere necessariamente prole legittima di sangue reale che era lo stesso scorrente nelle vene del dio Sole»; e la violenza alle vergini dedicate al culto del Sole era delitto parimenti grave e punito della violenza che si facesse alle donne degli Incas.

Parlando delle sacerdotesse di alcuni popoli della Costa d’Oro, il maggiore Ellis osserva che la ragione della loro comune condizione di nubili sembra essere questa, che cioè «una sacerdotessa appartiene al dio che adora e quindi non può divenire proprietà di un uomo, come sarebbe il caso se ella si maritasse». Così altri popoli della Costa degli Schiavi considerano le donne dedicate ad un dio, come sue mogli. Si narra che nel grande tempio di Giove Belo una sola donna dormisse, prescelta dal dio stesso fra tutte quelle della contrada, ed era credenza che egli discendesse in persona a dormire accanto a lei. «Questa storia» commenta Erodoto, «assomiglia a quella raccontata dagli Egizi di quanto accade nella loro città di Tebe, dove una donna passa sempre le notti nel tempio del Giove Tebano. In entrambi i casi è interdetto alla donna, qualsiasi rapporto cogli uomini». Nei testi Egizi si ritrovano frequenti i riferimenti ad una «consorte divina» neter hemt, onore generalmente assunto dalla regina regnante; ed il re stesso era considerato progenie divina. Secondo quanto afferma Plutarco gli Egizi credevano alla possibilità per una donna di concepire per opera di qualche spirito divino, quantunque al contrario negassero che un uomo potesse avere rapporti con una dea. Nè il concetto di una possibile relazione nuziale fra una donna, e la divinità fu estraneo ai primi cristiani. S. Cipriano parla di donne che non avevano altro marito e signore che Cristo, col quale esse vivevano in matrimonio spirituale; che