Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/360

LE ORIGINI DEL CELIBATO RELIGIOSO



Noi possiamo riscontrare che presso molti popoli, e pure in differenti stadî di civiltà, sussiste l’opinione comune che le persone la cui funzione è di celebrare riti religiosi o magici debbano essere celibi. I Thlinkets credono che se un augure non osservasse la più rigida castità i suoi stessi spiriti custodi lo ucciderebbero. In Patagonia agli stregoni non era permesso il matrimonio e presso alcune tribù dei Guaranies, nel Paraguay, «le femmine Payes erano tenute a mantenersi caste, altrimenti perdevano ogni loro prestigio». Il celibato era obbligatorio per i sacerdoti in Chibchas in Bogota; ed i sacerdoti Tohil nel Guatemala erano votati a perpetua castità. Nell’Icheatlan il capo dei sacerdoti doveva vivere costantemente entro le mura del tempio, ed astenersi dall’aver rapporti con donna alcuna, qualunque fosse; e se egli mancava a questo dovere veniva fatto a pezzi e le membra sue ancor sanguinanti eran date, terribile monito, al suo successore. Delle donne occupate nei templi dell’antico Messico si narra che la loro castità fosse assai gelosamente custodita: durante le loro cerimonie esse dovevano tenersi ad una conveniente distanza dagli assistenti, ai quali non osavano neppure rivolgere lo sguardo: la morte era la punizione inflitta a quelle che infrangevano il loro voto di castità; mentre poi, se la loro infrazione rimaneva interamente segreta, speravano di placare la collera degli dèi col digiuno e col condurre una vita austera, paventando che in punizione del loro delitto la loro carne infracidisse. Nell’Yucatan c’era, connesso col culto del Sole, un ordine di Vestali, i membri del quale, generalmente, vi entravano di volontà propria e per un certo tempo,