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348 | rivista di scienza |
Le leggi di tale processo sono necessariamente affatto diverse da quelle del più semplice processo in atto più in basso nella vita; una proposizione questa che mi è sembrata tanto importante che ne ho fatto l’oggetto principale di tutto il mio studio e lo scopo delle mie ricerche per spiegare le assai più complesse leggi dell’integrazione del processo sociale.
Ora, se consideriamo in quali categorie di studiosi la Sociologia, come scienza, dorrebbe poter trovare i suoi migliori adepti, noi vediamo che in Inghilterra ai giorni nostri, esse sono essenzialmente due. Vi sono da un lato i seguaci dei principi darwiniani interessati all’applicazione loro alla società umana, e spesso dotti in uno o più rami della scienza biologica. Vi sono dall’altro gli studiosi delle scienze sociali in genere e della filosofia sociale. Quando il darwinista si appresta a studiare la società egli è, naturalmente, fermamente convinto di avere in sue mani un potentissimo strumento di sapere che lo condurrà ben lontano nell’organizzazione delle scienze sociali e verso l’unificazione dei principi fondamentali che stanno a substrato dei fatti. Ma noi presto ci accorgiamo che egli si è sempre occupato e continua ad occuparsi dei fatti e dei principi della lotta per l’esistenza fra individui, come si svolge anche altrove nella vita. Egli non può facilmente comprendere, se non si è addestrato allo studio delle scienze sociali, quanto infinitamente più complessi si sian fatti tutti i problemi della selezione naturale in quella integrazione sociale che si va verificando, o come la efficienza individuale che egli studia sia qualchecosa di affatto distinto dalla efficienza sociale; o come le istituzioni che noi vediamo evolversi nella storia, abbiano, nei loro effetti sull’individuo, leggi affatto distinte da quelle che egli applica all’allevamento degli animali; o ancora come il conflitto di tendenze che si è schiuso nella mente umana abbia una fenomenologia tutta propria, meravigliosa per estensione ed assolutamente caratteristica del processo sociale, che rimane per lui un libro chiuso, lo studio del quale egli è spesso incline a considerare affatto privo di significato.
Non vi è quindi da sorprendersi se gli studiosi competenti delle scienze sociali considerano spesso con freddezza i tentativi dei darwinisti di applicare i principi darwiniani alla Sociologia. Poiché quantunque questi competenti studiosi possano tenersi nominalmente lontani dalla Sociologia propria-