Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/349


le due leggi fondamentali della sociologia 341


IV.


Se noi applichiamo il principio alle scienze sociali, i risultati che se ne ottengono sono sorprendenti. Incominciamo dall’Etica. Nulla in questo complesso soggetto ha dato tanto filo a torcere ad intere generazioni di studiosi che tentarono di ordinare i fatti in un sistema scientifico, più dei fenomeni della natura etica dell’uomo.

Molti trattati sono stati scritti sull’uomo «naturale». Perchè, si è domandato, l’uomo non dovrebbe essere «naturale» come qualsiasi altra creatura? Perchè non dovrebbe egli seguire i propri istinti innati, senza essere sempre angustiato da una duplicità di tendenze che i moralisti pretendono di trovare nella sua mente? Innumerevoli trattati sono anche stati scritti da diversi punti di vista, intorno ai fenomeni che palesano questo conflitto interno substrato alla natura etica dell’uomo e si è invocata la volontà, la ragione o anche la religione per innalzare la creatura umana ad un livello morale sempre più elevato. Il corredo di fatti e di risultati al quale nelle controversie si è ricorso è sbalorditivo; ed i problemi dell’etica arrivano a fondersi con quelli fondamentali della filosofia. Ora si noterà quanta luce questa prima legge sociologica da me enunciata getta su tutti i fatti, oggetto di queste controversie. Si osservi come i fatti ed i particolari si ordinano.

Parlando della vita quale si svolge al di fuori e al di sotto della società umana è stato detto che sarebbe possibile fare un codice etico per ogni individuo di qualsiasi specie animale, ove soltanto si conoscessero i fatti della sua vita.

Accordiamolo. Ma quanto semplice sarebbe un simile codice.... Poichè, al lume della nostra legge, noi vediamo come la selezione naturale evolva nell’individuo animale soltanto quelle qualità le quali contribuiscono al suo proprio singolo successo nella lotta coi suoi simili. La correlazione fra la condotta e l’oggetto da conseguire è diretta ed immediata. Non esiste quindi alcuna duplicità di tendenze, e non vi è posto alcuno per un codice morale, di un tipo come quello che può esistere nella società umana. Ma quando noi a questa ci volgiamo, osserviamo fatti ben diversi. Il conflitto etico e la duplicità di tendenze sono dovunque manifesti. L’uomo come individuo tutto eredita dal suo passato individualistico. Ma, senza che egli perda quelle qualità personali che conti-