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LE DUE LEGGI FONDAMENTALI DELLA SOCIOLOGIA



I.


Ogni osservatore il quale abbia seguito davvicino le tendenze del pensiero e della educazione in questi ultimi 15 o 20 anni, si sarà indubbiamente accorto che un marcatissimo cambiamento si è in esse verificato; e la trasformazione può essere osservata tanto in Germania quanto in Francia, tanto in Italia quanto negli Stati Uniti e nell’Inghilterra; ma più particolarmente in questi due ultimi paesi. La caratteristica di tale mutamento consiste in ciò: che lo studio di tutte le scienze si va sempre più basando sopra ricerche pratiche, e che di conseguenza le scienze stesse tendono ad un progressivo frazionamento in base ad una sempre più ampia divisione di lavoro. Questa tendenza è, sotto un certo aspetto, assai salutare. Ma vi è un altro aspetto il quale riguarda in particolar modo il sociologo. Una scienza come la sociologia, che sta a lato della biologia, che attinge il proprio materiale nel campo fisico, nello storico e nello psichico, e le cui conclusioni in ultima analisi discendono dalla correlazione dei risultati ottenuti in tutte le scienze sociali, è oggidì travagliata da una caratteristica difficoltà.

Ora meno che mai, ciascuno dei rami in cui è stato suddiviso lo scibile umano tende a produrre reclute per quel vastissimo studio, per quell’ampia preparazione che un felice progresso dello studio della sociologia richiederebbe. È vero che in nessun tempo vi furono mai quanto ora in ogni paese tanti studiosi della storia sociale; i costumi delle tribù selvagge, le credenze degli uomini primitivi, la Criminologia, l’Igiene, l’Economia domestica, le transazioni commerciali,