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più differenziate siano come preannunziate da forme organiche indecise, quasi abbozzi o tentativi. È noto a tutti che i caratteri morfologici dei rettili si trovano disseminati in molti animali preistorici, anteriormente all’esistenza di veri rettili; lo stesso dicasi degli uccelli, dei mammiferi, e dei singoli ordini: ruminanti, carnivori, scimmie, ecc. Abbiamo già detto che perfino nel primo periodo del terziario, nei lemuridi dell’eocene della Patagonia, si trovano abbozzati dei caratteri umani. Nessuna meraviglia dunque di trovare alla fine del terziario un precursore dell’uomo, per quanto ancora non ben differenziato, nonostante i suoi caratteri di superiorità. Alla fine del terziario erano apparsi i generi più elevati in organizzazione e per intelligenza: il cane, ad esempio; un vero antropoide, probabilmente una forma ancestrale del gorilla, il Dryopithecus Fontani, era apparso già al miocene. L’uomo nel terziario ancora non è stato trovato, e probabilmente non sarà esistita che una forma ancestrale di esso: provvisoriamente possiamo contentarci del P. e., se non altro come un’approssimazione a quella forma di precursore che, teoricamente, dev’essere ammessa da tutti gli evoluzionisti.

Da quanto abbiamo detto si deduce che, scartati gli antropoidi come una linea divergente, considerati i piteci come un’altra linea autonoma, considerato altresì il P. e. come il risultato di un’evoluzione distinta, cominciata a un livello molto inferiore, per quanto non determinabile precisamente, la conclusione è che tutti questi rami, come anche quello delle platirrine, sono indipendenti l’uno dall’altro, e che l’albero monofiletico dell’Haeckel — al quale albero del resto nessuno più crede nemmeno in Germania — non ha ragione di esistere nel campo dei primati. Questi sembrano più naturalmente disporsi in serie polifiletica, come tanti rami convergenti in una forma comune indifferenziata: ciò spiega perchè i cosidetti caratteri di superiorità si trovano variamente distribuiti, e un ramo si avvicina più all’uomo per certi caratteri, un altro ramo per certi altri; ciò dipende dalla parentela originaria, non già da una discendenza filetica.

Certamente le maggiori rassomiglianze dell’uomo sono con gli antropoidi; ma ciò non vuol dire altro se non che questi sono su una linea più vicina, ma non sulla stessa linea. Flower, Broca, Cope, Morselli li riuniscono con l’uomo in una stessa famiglia o sottordine; Huxley, Topinard e altri invece li sepa-