Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/306

298 rivista di scienza


La paleontologia non ci fornisce tutti i documenti desiderabili, come essa fa, ad es., per i precursori degli Equidi. Sinora non ci ha fornito che il P. e. e molto incompleto; ciò nonostante risponde ai requisiti desiderati, se come afferma lo Schwalbe è appunto una forma meno specializzata, o secondo egli dice più generalizzata, mentre gerarchicamente è più elevata degli antropoidi.

Il fatto più assodato relativamente al P. e. si può ritenere questo, che l’insieme del cranio è certamente scimmiesco, e che è tale anche per diversi dettagli morfologici, specialmente per la presenza della cresta occipito-temporale, cioè la cresta occipitale che si continua nella cresta sopramastoidea, il che indica un’estensione di impianto dei muscoli nucali molto maggiore che nell’uomo: difatti sulla linea mediana viene raggiunto il punto occipitale massimo, ciò che è un carattere essenzialmente scimmiesco. Specialmente i crani di giovani scimpanzé, in cui lo sviluppo encefalico non è ancora nascosto e deturpato dall’esuberante sviluppo muscolare, presentano le maggiori analogie. Ciò non vuol dire che il P. e. abbia realizzato allo stato adulto, come crede il Manouvrier, una forma giovanile di un altro antropoide. Si tratta invece di coincidenze dovute al fatto che nel P. e. manca il differenziamento raggiunto dagli antropoidi in quel loro stadio evolutivo ultimo che è caratterizzato dall’eccessivo sviluppo delle mascelle e dalle immense impronte muscolari: tutto ciò manca nel P. e. perchè è appunto la qualità delle forme ancestrali questa di non essere ancora differenziate. Questa sembra che sia anche l’opinione del prof. Schwalbe, che ha fatto uno studio notevole sulla calotta di Trinil, o almeno si può dedurre dal fatto che non ammette le proposte rassomiglianze ristrette all’Hylobates, ma trova che il P. e. presenta delle rassomiglianze con tutti i gruppi di Primati, comprese le scimmie platirrine. Sebbene lo Schwalbe lo ritenga una forma ancora generica o indifferente, ad ogni modo sta il fatto che il punto di partenza della sua evoluzione, e quindi dell’evoluzione umana, dato che il P. e. sia il precursore, si può trovare eventualmente anche a livello delle scimmie platirrine, o, meglio, si può ritenere emergente da un fondo comune a tutte quante le scimmie, comprese le americane.

Non mancano altri argomenti a favore di tale ipotesi, alcuni forniti dalla paleontologia, altri dall’anatomia comparata. L’importantissima mandibola dell’Anthropops perfectus